una rosa d'oro

 

La storia e... le piccole storie

 

 


BREVE STORIA DELLE PERLE

A cura di Kate Catà



LA STORIA , LA FORTUNA

"Meleagrina margaritifera":il nome scientifico della più famosa tra le ostriche perlifere induce,per la sua musicalità, a pensare che esso indichi un organismo dotato di qualità magiche.

Una semplice conchiglia,che contiene nel suo seno un tesoro,una meraviglia,una gemma preziosa,è infatti di per sé qualcosa di straordinario.
I popoli orientali dell'antichità vennero a conoscenza di questa curiosità naturale molto tempo prima dell'Occidente europeo e persino dell'Egitto,che pare non ne ebbe nozione se non quando cominciò ad essere conosciuta anche dai Greci,cioè nel Periodo Ellenistico.

Uno dei primi reperti archeologici relativi alle perle è un pezzo di collana rinvenuto in una necropoli a Pasargade, una città dell'antica Persia: le perle sono quasi intatte,e sembra incredibile che siano giunte a noi dopo millenni.

 

Parte di una collana in oro e perle,con pendente a forma di campanella.
Scavi di Pasargade (Impero Persiano)-IV sec.a.C.-
British Museum-Londra


 
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Ma ,tornando ai Greci,nonostante i commerci che essi intrattenevano con l'Asia Minore comprendessero anche i popoli dell'entroterra, pure non avevano gioielli con perle,sia perché non le conoscevano, sia perché essi non solevano unire gemme all'oro nel creare i loro ornamenti.
Preferivano monili d'oro puro,senza l'aggiunta delle pietre preziose, e con l'oro si ornavano anche gli uomini, che ne abbellivano gli scudi, le corazze, le armi.

Si dice però che Alessandro Magno, di ritorno dalla sua spedizione in territorio asiatico, che lo condusse sino all'India,riportasse da quei luoghi rarità sconosciute all'Occidente,e tra esse le perle,che da quel momento cominciarono, insieme alle pietre preziose, ad essere note ed apprezzate. 

I Romani conobbero la perla dopo il III secolo a.C.  e la denominarono "margarita",dal termine greco "
margariths ", forse derivato dalla radice <marg-> (audacia,sprezzo del pericolo) che indicherebbe il coraggio di chi, per trovare le perle,si immerge in apnea nelle profondità marine,o che,secondo altri,potrebbe risalire a radici linguistiche orientali.

Lo scrittore latino Plinio il Giovane narra che Pompeo,il quale vinse nel 63 a.C. Mitridate, re dei Parti, riportò a Roma tra gli oggetti di un eccezionale bottino di guerra anelli e gioielli, ornati anche di perle, che divennero di gran moda a Roma.

Per il mondo orientale,però,la perla era anche moneta di scambio.
In assenza di monete universalmente riconosciute,la perla ,come il diamante e lo smeraldo, serviva per regolare gli scambi commerciali del tempo,per pagare un viaggio,per salvare una vita.

Le perle come ornamento furono, nell'antichità, indossate tanto dalle donne quanto dagli uomini, ma oltre che come oggetti preziosi con cui ornarsi, furono strumento di ostentazione del lusso,come avvenne per gli imperatori romani Caligola e Nerone,che solevano sciogliere bellissime e costose perle nell'aceto per berle: cosa che fece anche Cleopatra,regina d'Egitto, durante il banchetto offerto per sedurre Antonio.

Solo i filosofi stoici, che opponevano la superiorità dello spirito alla materia,detestarono le perle,le quali, essendo appannaggio dei ricchi,furono considerate l'emblema del potere e del lusso. 




IL SIMBOLISMO

Ma la perla era destinata ad essere ritenuta un simbolo oltre che un oggetto prezioso.
Per l'immagine di bellezza e di integrità, infatti,che offriva una perla perfettamente rotonda,per il suo candore luminescente,essa fu reputata degna di rappresentare l'idea della verginità, della purezza,particolarmente dall'iconografia cristiana.

Il Cristianesimo,all'inizio della sua diffusione,identificava oro,gemme e perle come una tentazione di Satana, da cui la donna ,che più li usa e li predilige, deve tenersi lontana.
Tuttavia, nel Vangelo secondo S. Matteo, il Regno dei Cieli è paragonato ad un mercante di perle,che per comprarne una di grande valore,vende tutto ciò che possiede.
In un altro passo dello stesso Vangelo,le perle sono considerate un bene inestimabile,da non disperdere inutilmente e da donare solo a chi può comprenderne il pregio.
Ancora una volta, quindi, è possibile notare come sia una peculiarità delle perle avere due valori differenti e antitetici tra loro.
I valori positivi sono,per il Cristianesimo, quelli della purezza e del prezzo altissimo che l'oggetto ha,che lo rendono degno di essere dedicato alla Madonna e ai Santi,sia come offerta devozionale che come abbellimento delle immagini e delle statue che li riproducono.

Inoltre, in campo escatologico e filosofico,la perla assurge a simbolo di un oggetto materiale che è testimonianza di una perla celeste di essenza spirituale.

 

Arte bizantina-La Regina Teodora-Mosaico-
VI secolo-Chiesa di S.Vitale-Ravenna


 
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Col passar del tempo,già una decina di secoli dopo,l'interesse per la natura mistica della perla cede il passo,per tutto il Medio Evo, a quello per la sua utilizzazione in campo farmacologico.
Se ne scoprono presunte virtù terapeutiche,sia per il corpo che per la psiche,col supporto dell'alchimia, dell'astrologia, della magia.
In tal senso,dall'XI al XIII secolo molto influirono gli scritti degli studiosi arabi del tempo,alcuni dei quali 
(come Abolyas) sostenevano che la perla potesse curare malattie del cuore,della psiche,della testa, e che la sua forza curativa raggiungesse la massima intensità quando la posizione degli astri fosse favorevole.

Ma nel XV secolo durante il Rinascimento,il processo di riferimento al passato si fa più intenso che nell'età precedente.
Il passato, per la mentalità rinascimentale, era superiore al presente,e bisognava ritrovare una mitica "età dell'oro" ormai perduta.
Anche lo studioso Marsilio Ficino,rielaborando e traducendo un presunto manoscritto antico per incarico dei Filosofi Neoplatonici,sostenne tale tesi,.
Tra le altre informazioni che si potevano trarre dal testo,vi erano quelle sulle virtù terapeutiche e apotropaiche delle gemme,tra cui le perle,che consentivano di conoscere "la natura del Tutto e di entrare in contatto col Trascendente".

S,Botticelli-La Primavera-Le Grazie-
Particolare-Galleria degli Uffizi-Firenze


 
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LA GENESI DELLE PERLE


Anticamente, poiché non si conosceva realmente quale fosse la genesi delle perle,le ipotesi fantastiche sulla loro nascita erano molteplici, ma la più accreditata era quella immaginata dallo scrittore latino Ammiano Marcellino -cui probabilmente era giunta da scrittori e poeti di età precedenti- il quale sosteneva che l'ostrica produttrice delle perle giace nelle profondità marine, ancorata alle rocce, ma, giunto il momento opportuno, essa affiora sino alla superficie delle acque e si schiude a ricevere una rugiada proveniente dal cielo che la feconda e le consente di produrre le perle che saranno tanto più perfette quanto più pura è la sostanza fecondante.
Tale ipotesi fu generalmente accettata per molti secoli.

Ma nel XVII secolo,col diffondersi del Razionalismo, spira un'aria diversa anche per le perle.
Lo studioso Boetius de Boot , in un suo scritto, nega che le perle possano nascere nelle ostriche per influenza celeste: solo l'animale che sta nell'ostrica è la causa della concrezione perlacea.
Egli era un tecnico, e si occupò anche di descrivere quale potesse essere l'utilizzazione delle perle in oreficeria.

Tuttavia doveva arrivare il 1717 perché Réaumur,membro dell'Accademia delle Scienze di Parigi,dopo una lunga osservazione delle ostriche perlifere effettuata sulle coste della Provenza,stabilisse definitivamente che le perle si formano nel mollusco come i calcoli nei reni umani, e che le ostriche non possono sollevarsi alla superficie delle acque per ricevere la rugiada fecondatrice, attaccate come sono al fondo del mare.

Con le scoperte della scienza sperimentale,la chiave di lettura simbolica e fantastica dei fenomeni naturali perdette la sua importanza,lasciando a scrittori e poeti le leggende,il simbolismo e le interpretazioni immaginarie.


L'USO NEI SECOLI

Le perle,dal momento della loro apparizione in Occidente, furono associate ,per il prezzo e la rarità, col lusso,con la ricchezza e con il potere.
Solo,infatti, chi aveva ingenti ricchezze poteva consentirsi di acquistare e possedere gioielli.
Doveva quindi essere una peculiarità dei ricchi, che poi erano quelli che esercitavano il potere,esibire anche le perle, che sin dai tempi in cui furono conosciute a Roma, 
ornarono le matrone romane che ne fecero fare orecchini, collane,spille.
Durante il Basso Impero, gli imperatori cominciarono ad ornarsi di diademi, corone usate dai sovrani orientali, i cui regni, come quello dei Parti, erano stati conquistati dai Romani.

Nei secoli dopo Cristo e per tutto il Medio Evo,gli imperatori romani e bizantini si ornarono dunque di diademi tempestati di pietre preziose e perle,e queste ultime, per la possibilità di essere forate, cominciarono anche ad essere cucite sulle stoffe per ornare mantelli e vesti regali.
L'importanza che i gioielli e le perle conferivano a chi li portava presto fu allargata non solo alle immagini e alle icone sacre della religione, ma ,parallelamente, per ornare i paramenti e le tiare dei pontefici e degli alti dignitari ecclesiastici. 

 

C.Barbavara
Mitra cardinalizia-Ricami in perle,smalti e pietre preziose.
XVII secolo-Tesoro della Cattedrale-Palermo


 
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Anche i monumenti religiosi e le chiese furono ricoperti d'oro e di gemme,tabernacoli e ostensori si trasformarono in vere e proprie meraviglie d'arte orafa, per impulso dei sovrani bizantini, seguiti poi anche dalla Chiesa di Roma.
Anche i Barbari, conquistando l'Italia, vennero a contatto con l'oreficeria di origine bizantina e ne furono conquistati, come si può vedere dai mosaici del tempo giunti sino a noi, dove re e regine recano oggetti liturgici con ornamenti d'oro,gemme e perle. 
Il controllo reale e religioso sulle materie preziose si intensificò,col passare del tempo,a tal punto che, verso la fine del XIII secolo, in Francia si proibiva alla gente comune di portare pietre preziose e perle.

Per tutto il XV secolo e oltre, il luogo privilegiato dove l'apprezzamento dei gioielli e delle perle in particolare ebbe la sua maggiore espansione fu il cuore della vecchia Europa.
Tra le Fiandre e il Ducato di Borgogna,tesori incalcolabili fornirono alle sontuose cerimonie di stato lo splendore degli oggetti preziosi.

La Corte dei Duchi di Borgogna era una delle più raffinate d'Europa : frequentata da tutti i sovrani europei, li ospitava molto di frequente in fastosi ricevimenti che esigevano un vestiario adeguato e degli accessori altrettanto preziosi. 
Ricami intessuti di perle e gemme, filo d'oro e d'argento,cuffie femminili ,ornamenti per i capelli che venivano intrecciati con fili di perle e fermagli-gioiello, collane d'oro,vesti e mantelli ricamati, determinavano la necessità di importare nel territorio una grande quantità di materie prime nelle città delle Fiandre.
Qui operava infatti la maggior parte degli artigiani che divenivano di giorno in giorno sempre più abili nel taglio e nella rifinitura delle pietre preziose e nella scelta e foratura delle perle.

Il merito di questo eccezionale sviluppo commerciale spettava alla classe emergente dei mercanti,che,intuendo le opportunità della domanda,avevano incrementato la quantità e la qualità dell'offerta, importando e selezionando la mercanzia migliore e allevando una generazione di operai del settore la cui opera era richiestissima anche dagli altri paesi europei.

 

Jan Vermeer-La pesatrice di perle-XVII secolo
National Gallery of Art- Washington


 
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PITTURA E GIOIELLI


Tuttavia,il riuso che si fece delle pietre preziose nell'età successiva e la dispersione ,avvenuta per varie cause, dei meravigliosi oggetti realizzati dall'oreficeria fiamminga,non avrebbero permesso di comprenderne la portata se a testimoniarla non ci fosse stata la pittura.

Il XV secolo, infatti, è un periodo storico durante il quale la pittura diventa documento della vita quotidiana,e,a causa-o per merito - di una volontà maniacale di descrivere la realtà nei più minuti dettagli, consente, nel caso specifico dell'oreficeria,una documentazione insostituibile per comprendere le caratteristiche di stile e l'uso degli oggetti rappresentati.

Così i ricchi mercanti commissionano quadri,affreschi ed arazzi per celebrare le ricchezze acquisite con uno strumento destinato ad informare anche i posteri, e,  nel far ciò, non sono da meno dei nobili che fanno eternare dai pittori le grandi cerimonie di incoronazioni, nozze, investiture della loro casata.
Da queste rappresentazioni pittoriche si possono dedurre naturalmente gli usi del tempo, e ,fra i tanti, quello che appare più originale è l'arte di ornare i capelli femminili con le perle, sciolti o raccolti in trecce o in 'code di cavallo',o ancora in reti di fil d'oro,in cui le perle sono infilate.

In questo periodo le botteghe degli artigiani gioiellieri sono frequentate anche dai migliori pittori, che vanno a studiare da presso ,per renderle nei loro quadri, la brillantezza e i colori delle pietre preziose, l'iridescenza delle perle,e non disdegnano di disegnare e fare realizzare su loro proposta dei bei gioielli per sé o per farne dono.
Anche i pittori italiani seguirono questa tendenza, e tra essi c'erano Ghiberti,Verrocchio,Botticelli, il Ghirlandaio.

Un esempio di particolare cura nella rappresentazione di un gioiello in un quadro è il pendente di una delle
Grazie della 'Primavera' del Botticelli,e perle si intrecciano fra i capelli delle protagoniste del dipinto.

La lezione fiamminga perciò si dilatava, insieme al veicolo del commercio, passando dalle Fiandre ad altre città come Firenze, che con le Fiandre aveva contatti di genere vario, ma sopra tutto di tipo finanziario e commerciale.

Per altro, a Firenze si era affermato l'uso delle collane di perle,di tal pregio e di tale lunghezza da costringere Cosimo de'Medici a promulgare una legge suntuaria che proibiva ai cittadini l'uso di collane di valore superiore a 500 scudi. 
Ma la legge non toccò le abitudini delle nobildonne, che la ignorarono continuando ad ornarsi di splendide collane.

 

 

Agnolo Bronzino-Ritratto di Bia de' Medici-
XV secolo-Galleria degli Uffizi-Firenze


 
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A tal proposito è significativo il ritratto di Bia, figlia naturale di Cosimo I de' Medici,eseguito da Agnolo Bronzino, in cui la fanciulla indossa ,alla sua tenera età, una collana di perle.
Similmente famoso è il ritratto di Eleonora di Toledo,opera dello stesso pittore,che alla collana aggiunge anche un pendente con perla a goccia.

Dal punto di vista commerciale, nel XVI secolo la città che deteneva il primato per l'acquisizione delle perle e delle pietre preziose era ancora e sempre Venezia,anzitutto per la richiesta che ve n'era nella città stessa, dove le leggi suntuarie nulla potevano contro la tendenza della moda.
Non di rado si erano creati degli scandali allorché le nobildonne,come le cortigiane, si erano fatte bucare in più punti le orecchie per appendervi anelli d'oro con perle a goccia, che continuarono ad esser portati anche durante il periodo della Contro-Riforma, allorché i vestiti femminili ebbero un colletto alto e stretto, e i fili di perle diventarono più lunghi e numerosi.

Agnolo Bronzino-Ritratto di Eleonora di Toledo
Particolare-Cuffia e ornamenti in perle-
XV secolo-Galleria degli Uffizi-Firenze


 
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L'ETA' BAROCCA

La promulgazione delle leggi suntuarie era stato un tentativo di frenare l'evoluzione naturale del costume sociale che estendeva i privilegi dei nobili ad una nuova classe, la ricca borghesia emergente. 
La quale, arricchitasi col commercio e con la pratica delle professioni liberali, cominciava a pretendere di potere acquistare col denaro guadagnato col lavoro i beni di consumo che i nobili possedevano da tempo.

Con l'affermarsi della borghesia, d'altro canto, l'oreficeria, che era stata appannaggio delle fabbriche di palazzo e delle cattedrali,era già da tempo diventata un'attività a sé stante,autonoma e praticata da liberi artigiani, che si erano dati delle regole per garantire il titolo dell'oro e dell'argento, la bontà e la genuinità delle gemme.

La creatività dei liberi gioiellieri artigiani poteva ormai spaziare, e precedere nell'inventiva la committenza,la quale prima era pressoché l'unica a dettare legge nella richiesta di determinati oggetti che gli artigiani dovevano eseguire senza molta possibilità di scelta.

Durante il XVI secolo, invece,si assiste ad un mutamento
dell'arte orafa che diviene più complessa e si articola in forme tendenti al virtuosismo.
Per quanto riguarda le perle, c'è una particolare situazione che interagisce sul determinarsi di una tendenza che non si sa quanto esattamente sia influenzata dalla domanda e/o dall'offerta.

 

W.Segar(?)-Elisabetta I d'Inghilterra-
(Ritratto con ermellino)-Particolare-
XVI secolo-Londra


 
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LE PERLE IMPERFETTE

La perfezione delle perle era assai rara: la richiesta dei fili di perle obbligava il mercato a scegliere quelle omogenee e a scartare quelle imperfette, che costituivano ormai un residuo enorme rispetto al venduto.
Era pertanto necessario tentare di introdurle sul mercato, creando una mentalità disposta ad accettarne la diversità sotto l'aspetto dell'originalità.
Allora le tecniche di marketing non erano ancora nate: ma i mercanti del tempo, pur senza studi specifici, erano abbastanza esperti dell'arte di dominare il mercato.

Contemporaneamente, gli artigiani orafi, venendo in possesso delle perle "mostruose" o imperfette che erano offerte a minor prezzo, ne intuivano le possibilità d'uso, e cominciavano a creare oggetti che per la loro originalità incontravano il gusto ricercato del tempo.

Manifattura spagnola-Drago marino snodabile in oro,smalti 
e perle barocche-XVI secolo-British Museum-Londra


 
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Era insomma un felice connubio,che consentì la creazione di numerosissimi gioielli: pendenti dal disegno complesso,figure umane ma anche animali,personaggi reali o mitologici, e, accanto ad essi, soprammobili, oggetti da tavolo, da bacheca, per collezioni.

Essi erano realizzati in oro e argento, la parte centrale dell'oggetto era costituito da perle non perfette,anzi, dalle forme strane, che, riferite alla denominazione dell'epoca, vennero dette "barocche", e completati con smalti e pietre preziose.

Questo tipo di oggetti trovò posto non solo come gioielli, ma, nelle corti e nei palazzi dei nobili e dei ricchi, in particolari luoghi deputati alla funzione di accogliere le collezioni degli oggetti più strani esistenti in natura o creati dalle mani dell'uomo: le famose " Wunderkammern " o "Camere delle meraviglie", come quelle di Rodolfo II di Asburgo, Ferdinando del Tirolo o Francesco I de' Medici. 

"Wunderkammer"-Scaffale-Oggetti rari e fili di perle
XVI secolo-Museo regionale Pepoli-Trapani


 
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Ma tra le collezioni di oggetti realizzati con perle dalle forme più strane, famosa e rara per la sua peculiarità è quella delle "Galanterie preziose" di Anna Maria Luisa de' Medici(1667/1743),che si trova oggi al Museo dell'Argenteria di Firenze.
Provenienti da luoghi diversi,questi oggetti preziosi hanno una straordinaria somiglianza stilistica che merita un discorso a parte.

Alla fine della Guerra dei Trenta Anni,il gusto spagnolo che aveva dominato sul modo di vestire e di ornarsi di gioielli,pesante e sfarzoso,cede il passo alle tendenze francesi, più eleganti,ampie e leggere.
Larghi 'décolletés',ricche maniche corte,corsetti stretti a formare 'vitine di vespa',grandi parrucche,mettono in evidenza la persona,con una nuova concezione dell'eleganza.

Intanto, dall'India arrivava la notizia della scoperta di nuove miniere di diamanti,che in grande quantità affluivano nell'Occidente europeo lasciando in ombra le altre pietre preziose, ma non riuscendo a soppiantare le perle, che, anzi, fecero da inseparabili compagne dei diamanti nei nuovi gioielli, dove l'oro, divenuto bianco, si limitava a fare da supporto ad eteree creazioni di carattere naturalistico.
In questo periodo, infatti, si era sviluppato l'amore per i giardini,prima creati a fini botanici, ora solo per il gusto estetico di disegnare col verde della natura deliziose creazioni per vivacizzare lo spazio esterno dei palazzi e delle case.
In breve,tutta l'Europa si lascia affascinare da questa nuova moda, e i gioielli risentono anche loro del dilagare di questo nuovo amore per la rappresentazione della natura.
Fiori, foglie, rami, sono cosparsi di diamanti, là dove le perle rappresentano i pistilli dei fiori.

Manifattura tedesca-"Devant de corsage" in diamanti e perle-
Stile floreale francese-1710/20-
Schatzkammer del Residenz Museum-Monaco-

 


Ora il gusto dominante si irradia dalla corte di Luigi XIV,in Francia.
Da bambino, il re si era trastullato con giocattoli d'oro e d'argento che la sua augusta madre,Anna d'Austria, aveva fatto realizzare per lui dall'orafo di corte.
Da adulto, dimostrò sempre un gusto straordinario per i gioielli e amava regalarne, come gli orecchini di perle a goccia donate alla sua favorita,che da lei presero il nome di "perle Mancini"-
Seguendo l'esempio di Luigi XIV, la nobiltà europea cominciò a regalare gioielli più che altro tipo di doni.

Ma gli eccessi sarebbero presto finiti, almeno in Francia, nel gorgo della Rivoluzione: la monarchia e la nobiltà avrebbero così pagato secoli di lusso e di dispendiosità
che offendevano le condizioni miserabili del popolo.

 


AL TEMPO DEL RE SOLE 

Tuttavia anche Luigi XV,successore di Luigi XIV,lasciò diverse tracce del suo passaggio sul trono della Francia.
Tutto ciò,infatti,che riguardava il Principe o gli apparteneva,secondo lui "doveva essere prezioso" e risplendere per la sua bellezza.

E' per questo che, nel XVIII secolo, il più piccolo oggetto d'oro scintilla di pietre preziose:orologi da taschino, tabacchiere,fibbie per le scarpe, manici di bastoni o di occhiali, mentre ricche catene al collo di dame e cavalieri reggono orologi, carnet per annotare gli appuntamenti o le prenotazioni dei balli,il belletto e la polvere di riso per rinfrescare le acconciature e il trucco.

Al posto delle parrucche,i capelli naturali vengono incipriati abbondantemente, mentre piccoli nei artificiali vanno ad annidarsi tra la bocca e il mento.

Le acconciature per il capo si trasformano in "aigrettes" che ondeggiano tremolando graziosamente ad ogni movimento del capo, il collo delle dame viene stretto in collaretti tempestati di brillanti,detti "collier de chien".

Brillanti, già, e non più diamanti: si è scoperto, cioè,poco tempo prima, che il diamante, opportunamente tagliato e sfaccettato, aumenta la sua capacità di riflettere la luce, il che affascina le nobildonne che partecipano ai ricevimenti serali a lume di candela. 

Vigée -Le Brun-Ritratto di Maria Antonietta Regina di Francia
1885-Museo del Louvre-Parigi

 


Maria Antonietta,moglie del re Luigi XVI, viene coinvolta senza saperlo in una storia di raggiri ed inganni protesa all'acquisizione, da parte di alcuni avventurieri, di uno straordinario collier di diamanti, che si voleva fosse stato destinato alla regina.
Nella vicenda fu implicato anche Giuseppe Balsamo, sedicente Conte di Cagliostro, che rimase due anni in prigione alla Bastiglia,prima di essere dichiarato estraneo all'avvenimento.
Purtroppo, Maria Antonietta, nota per il suo grande amore per i gioielli, subì un ulteriore detrimento della sua fama, il che aumentò l'odio del popolo contro i sovrani.

Una collana di perle ,di cui si dice che appartenesse alla Regina, fu poi, in anni non lontani da noi, rimontata e venduta dal gioielliere Cartier al miliardario americano F.L.Hutton.

 


NEL RESTO D'EUROPA

Durante i secoli dello splendore e della Rivoluzione della Francia, gli altri paesi europei si erano ispirati alla moda di Parigi, ma avevano conquistato anche una certa autonomia. 
La parte della società che continuava ad ornarsi maggiormente di gioielli era sempre la nobiltà,e, sopra tutto, le monarchie regnanti avevano dei gioiellieri di corte a cui affidavano il compito di creare gioielli straordinari in occasione di nozze,battesimi, fidanzamenti,incoronazioni.

In Italia, per esempio, la Casa Savoia ,nonostante i sovrani avessero fama di una certa parsimonia,offrì sempre alle sue principesse e alle regine dei gioielli straordinari, tra cui figurava una perla di 43 carati, di antica provenienza, detta "la Pellegrina", forse la stessa che ,col nome di "Peregrina",era appartenuta a Filippo II di Asburgo nel XVI secolo.
Le perle erano seconde solo ai brillanti, e non cedevano mai il loro posto privilegiato.

In Inghilterra,tornando indietro nel tempo, la regina
Elisabetta I amava tanto le perle che se ne faceva cucire sugli abiti una tale quantità da essere costretta, ad un certo momento, a comprarne di false perché sul mercato non se ne trovavano in quel momento di vere.
Ciò accadde anche, più tardi, alla moglie di Napoleone III, in Francia,per lo stesso motivo.

In Russia Caterina la Grande, ammiratrice di tutto ciò che era francese, possedeva straordinari gioielli, tra cui collane di perle a molti fili,alcuni dei quali pare che donasse alle dame di corte.
La Zarina ospitò a Mosca gioiellieri francesi ed italiani, che eseguirono straordinari oggetti in oro,smalti, perle e pietre preziose, poi dispersi e rare volte ricomparsi,nel XX secolo,nelle aste inglesi di Christie's e di Sotheby's, portati fuori dalla Russia dagli esuli della Rivoluzione bolscevica insieme ai gioielli di famiglia.

Ma il centro vitale della moda restava sempre Parigi. Dopo la Rivoluzione,vennero gli anni bui, in cui i gioiellieri sciolsero la loro corporazione e dovettero nascondersi temendo di essere condannati per aver collaborato con i ricchi e con i nobili. 
Tuttavia con l'avvento di Napoleone al potere, quando l'Imperatore cercò di rimettere insieme quel che restava dei gioielli della Corona francese per farne omaggio a Giuseppina Beauharnais, sua sposa, la gioielleria francese riprese forza e vigore, e in breve fu ancora in grado di fornire all'Europa modelli di straordinario gusto e stile. 

Si accentua in questo periodo la distinzione tra i gioielli con perle 'da sera' e quelli con perle 'da giorno'.
Per le grandi occasioni, gli orecchini di perle sono sempre a goccia, sormontati e circondati da brillanti, mentre di giorno si diffonde sempre di più l'uso, anche nei ceti più modesti, delle perle sferiche,di tutti i tipi.

Nicolas de Largillière-La belle Strasbourgeoise-
XIX secolo-Museo delle Belle Arti-Strasburgo

 


Anche le donne della piccola borghesia ora indossano un filo di perle intorno al collo a tutte le ore del giorno,mentre ,in un clima di nuova povertà, la vecchia nobiltà rispolvera abiti e parrucche del secolo precedente.
Il ceto emergente è di nuovo la borghesia mercantile,ma il gioiello cambia aspetto.
Tranne che nel caso di gioielli destinati ai regnanti, i gioiellieri fabbricano ora oggetti più piccoli, dove le perle sono sempre presenti, ma di minore caratura.

La natura è sempre una fonte di ispirazione valida, ma non è la sola: gli oggetti rappresentati hanno forme di uccelli, nidi, serpenti,tronchi d'alberi, rami e foglie,fiori e frutti,ma anche nodi, frecce,ancore, fiocchi. 
Sono i gioielli detti "romantici", che esprimono i sentimenti individuali in contrasto con le forme stilistiche prefissate dei gioielli delle epoche precedenti.

Piccole perle sono sempre presenti in questi gioielli, accanto ai diamanti,all'onice, al giaietto,.
I diamanti ora arrivano da miniere scoperte in Brasile, e insieme ai diamanti dal Brasile vengono anche le acquemarine,e dal Messico topazi e ametiste.

In questo periodo storico,il personaggio più rappresentativo, che dà il nome al tempo in cui vive, è la regina Vittoria, di notevole longevità,(1819/1901)

Shapton-Ritratto della Regina Vittoria d'Inghilterra
XIX secolo- British Museum-Londra

 


Essa amava moltissimo le perle, ne ricevette sin dall'adolescenza in dono e ne diede a figlie e nipoti. Le perle infatti, grazie al fatto che potevano essere ri-infilate, si potevano trasformare seguendo le necessità e la moda, e si potevano considerare un vero e proprio bene di famiglia.

In Francia, con Napoleone III, i gioielli,in quanto attività commerciale che poteva ridare lustro e guadagni alla patria, economicamente dissestata, furono considerati un settore d'attività privilegiato.
Lo stesso imperatore incoraggiò i gioiellieri a presentare all'esposizione di Londra del 1851 i loro migliori prodotti.
La sposa di Napoleone III, Eugenia de Montijo,ebbe poi in dono una novità assoluta, che divenne subito oggetto di imitazione: una straordinaria parure di perle nere,splendide ed esotiche.

 

Winterhalter-Ritratto dell'Imperatrice Eugenia-
XIX secolo-Museo del Louvre-Parigi

 


Intanto gli orecchini di perle da sera continuavano ad allungarsi, sino a raggiungere 15 cm di lunghezza!
I braccialetti di perle vanno ad aggiungersi alle parures, di collana, anello e orecchine.


H.von Angeli-Ritratto della moglie di Federico Guglielmo 
di Prussia-1882-Collezione privata-Berlino





LE PERLE E LA SOCIETA'

Ormai l'unico ostacolo al possesso dei gioielli è il denaro: chiunque ne possegga, acquista meravigliosi oggetti.
Avventuriere, cortigiane,ballerine, cantanti,fanno a gara per farsi donare gioielli meravigliosi da finanzieri e figli di buona famiglia, che vanno per questo spesso in rovina.

Parigi attira anche i sovrani del Medio Oriente:i sultani,lo Scià di Persia,il vice-re d'Egitto ordinano ai gioiellieri parigini non solo gioielli per sé e per mogli e concubine, ma anche favolosi servizi di piatti e di bicchieri realizzati in oro, brillanti e perle.

Poi, nel XIX secolo, è,come capita ogni tanto, il momento di cercare ispirazione nel passato. 
E si guarda allo stile gotico,al Rinascimento. Nasce lo "stile cattedrale",ispirato alle chiese gotiche.
Sull'onda di queste suggestioni, si rivisiterà l'arte dei popoli antichi, tra cui l'Egitto, completo di sfingi,piramidi e faraoni-
L'ispirazione era sorretta altresì dalle scoperte degli scavi archeologici, la cui pratica andava aumentando man mano che ci si avvicinava agli inizi del Novecento. 
Roma,Ercolano e Pompei fornirono esempi dell'arte classica che finalmente potè essere conosciuta da vicino.
Anche l'arte pittorica, la scultura e l'architettura furono coinvolte in questo cambiamento,destinato però a concludersi con l'arrivo della Belle Epoque.

Ritratto di Margherita di Savoia,"la Regina delle perle".1878

 


In Italia,la Casa Savoja era ormai a capo di tutta la penisola sino alla Sicilia e alla Sardegna.
La regina Margherita, le cui perle (più di 14 fili a degradare,donatile uno per anno dal re Umberto) erano famosissime, indossava anche 'collier de chien', orecchini di perle a goccia, di diamanti a pera,corone componibili e smontabili di perle e brillanti,bracciali e anelli in quantità sufficiente ad essere ereditati da tutte le figlie, le nipoti e le bisnipoti delle generazioni successive.

 


L'ART NOUVEAU

Accanto a questa produzione tradizionale, nasceva però un'arte nuova, che trionfò all'Esposizione di Parigi del 1900: l'Art Nouveau, appunto,che, rivelatasi come stile grafico, divenne con René Lalique arte del gioiello, dando agli oggetti preziosi la dignità di opere d'arte, dopo essere stati considerati per secoli opere artigianali.

René Lalique-Spilla "Testa di buffone"-Oro, smalti,perle scaramazze 
e di Tahiti-XX secolo-Museo delle Arti decorative-Parigi


 
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L'artista francese adopera materiali non tradizionali nella composizione dei suoi gioielli,tra cui il vetro,le pietre semi-preziose meno conosciute, il corno, gli smalti,le perle nere e colorate di ogni forma e di ogni sfumatura.
Come lui, molti altri artisti internazionali operarono nell'ambito del movimento artistico-culturale che si diffuse in tutta l'Europa e in America.
In Italia fu detto "Stile floreale" o "Liberty", e fu sicuramente una stagione straordinaria per la creatività e la sensibilità artistica del tempo.

Nelle creazioni americane di Tiffany, di Ashbee,Wilson e Cooper in Inghilterra,di Hoffmann e di Moser in Austria,sino a Carl Fabergé in Russia,è tutto uno straordinario fiorire di splendidi oggetti dove le perle si accostano anche a materiali più poveri, uniche a non cedere il passo rispetto ad altre gemme che furono ignorate dall'Art Nouveau.

 


L'ART DECO

Il Novecento aveva portato venti di guerra: la donna aveva, per necessità e per l'aprirsi di nuovi orizzonti,cambiato carattere e comportamenti.
Affrontava il mondo del lavoro,in cui la sua opera sostituiva quella mancante degli uomini che partecipavano al conflitto.
Era costretta a mutare l'approccio con la realtà che la circondava: cambiando le sue occupazioni, mutò l'abbigliamento. 
Le gonne si accorciarono, si accorciarono i capelli, col taglio "à la garçonne",i gioielli assunsero delle forme geometriche, spigolose e aride.
Sugli abiti leggeri,il gioiello che non scomparve fu il filo di perle, che si allungò a formare il "sautoir",un oggetto prezioso che tutte le donne ormai potevano permettersi.

Nel mondo delle perle,infatti, era avvenuta una rivoluzione.

 


LE PERLE DA COLTURA 


All'inizio del Novecento,il gioielliere giapponese Kokichi Mikimoto (1858/1954),dopo numerosi tentativi e in seguito a continue sperimentazioni e ricerche,comprese che le ostriche perlifere, inseminate artificialmente, potevano produrre un numero praticamente illimitato di perle perfettamente sferiche.
Negli anni '20, l'operazione Mikimoto era già in corso.
Il mercato fu invaso dalle perle coltivate, che, dopo una iniziale esitazione, ebbero un grandissimo successo.

Ma ormai la perla, con la nuova prospettiva di poter essere moltiplicata all'infinito, perdeva il fascino dell'unicità e della straordinarietà, divenendo un oggetto alla portata di tutti, con una spesa non eccessiva.

Le perle "vere" ,che pure restano qualcosa di irraggiungibile per il loro prezzo, non sono più così ricercate, anche perché ,diminuendo la domanda, nei luoghi come il Golfo Persico,dove si continuano a pescare, diminuiscono le persone disposte a rischiare la vita per scendere nelle profondità marine a cercare le ostriche perlifere.
Ormai l'economia ha fatto altre scelte:il gioiello di quei mari è piuttosto il petrolio.

L'ostrica perlifera continua a dare la vita alle perle: per quanto siano pilotate dall'uomo, sono pur sempre uno straordinario miracolo della natura.
La gioielleria ha adottato in pieno le perle coltivate:tra esse ve ne sono pur sempre di più costose e di più perfette, che resteranno accessibili solo a poche persone.

La loro varietà si è moltiplicata nel tempo, differenziandosi anche per i luoghi in cui sono state impiantate le colture e per il metodo dell'inseminazione.

L'opera dell'uomo produce sempre nuovi ritrovati frutto di sperimentazioni e di scoperte tecnologiche: ma la realtà distrugge i miti senza lasciare spazio alla fantasia.
Sappiamo ormai che non sono i raggi del sole o della luna a fecondare la rugiada per ottenere le perle:ma,come disse Paul Claudel,"…L'umile mollusco 
muore, ma ciò che esso ha fatto senza rendersene conto, quest'essere straordinario che esso ha creato,
continua a vivere…".

Kate Catà.

 

 

Bibliografia

-Seven Thousand Years of Jewellery-The Trustees of the British Museum.London,1986-
-S.Malaguzzi-Perle-Ed. du Chène-Paris,2000-
-A.Abbattista Finocchiaro-Il libro dei Gioielli dal Settecento ad oggi.-De Vecchi ed.-Milano,1992-
-Capolavori dei grandi gioiellieri- a cura di A.Kenneth Snowman-Rizzoli-Milano,2003-
-M.G.di Savoja-S.Papi-Gioielli di Casa Savoja-Electa-Milano-2002-
-V.Meylan-Bijoux des Reines-Assouline-Paris,2002-


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