una rosa d'oro

 

Commenti e critiche


 

La stagione primaverile è in assoluto quella privilegiata per celebrare le Prime Comunioni: l’evento pasquale appena trascorso invita ad estendere la Grazia celeste alle anime innocenti dei bambini e a consentire loro di accostarsi alla Mensa Eucaristica.

Per coloro che sono cattolici la Prima Comunione è un momento di particolare importanza.

Il Battesimo celebra l’accoglienza del nuovo nato nella comunità cristiana, ma il bambino non è cosciente del mutamento che si è operato in lui se non per quello che i genitori e gli educatori gli raccontano  e partecipa piuttosto marginalmente alla vita religiosa come spettatore.

Con la Prima Comunione il piccolo fa esperienza diretta della sua appartenenza alla vita religiosa, e si accosta al Sacramento della Comunione per la prima volta.

E’ perciò un momento altamente suggestivo che i familiari celebrano festeggiandolo.

 

PERCHE’ UNA  FESTA?

 Spesso in occasione della Prima Comunione si fa un po’ di confusione a proposito dei festeggiamenti, più spesso ancora si sbaglia.

Il bambino viene considerato  quasi uno sposo,  agghindato,ornato,preparato non per un evento di carattere spirituale che lo riguarda direttamente,ma per una festa di cui gli adulti si appropriano caricando il piccolo di regali,facendogli indossare abiti inadatti alla circostanza, se non durante la cerimonia in chiesa sicuramente subito dopo, quando, spogliato della semplice tunica bianca, viene rivestito di altri indumenti acquistati per la bisogna.

 Il bambino, travolto dall’entusiasmo dei parenti, dimentica presto il motivo del festeggiamento, e,sommerso dai regali, dedica ad essi tutta la sua attenzione, tanto più che nei giorni precedenti alla cerimonia, i parenti non hanno smesso un momento di chiedergli “cosa vuole regalato”.

Ecco spuntare i telefonini cellulari di ultima generazione, l’i-pod, la macchina fotografica digitale,il personal computer, tutta la gamma degli strumenti tecnologici, inclusi i video-games,e, per le bambine, un vero corredo di gioielli come se invece che nove o dieci anni ne avessero almeno diciotto. 

Si passa quindi al ‘trattenimento’, che si articola solitamente in due momenti: un pranzo per amici e parenti, preferibilmente organizzato al ristorante, e un ricevimento pomeridiano per gli amichetti e i compagni del bambino, da cui però non sono esclusi gli adulti.

A sera il piccolo, stanco, ha già dimenticato l’emozione della Prima Comunione. Va a letto distrutto e frastornato, e ci vorranno anni, se mai ci arriverà,a comprendere chi ha ricevuto nel cuore quando ha mangiato il Pane Eucaristico. 

Nessuno gli avrà spiegato che la festa intende essere l’espressione della gioia di coloro che gli sono vicini perché anche lui ormai può ricevere l’Eucaristia, nessuno gli avrà detto che i doni ricevuti sono oggetti che lo accompagneranno nella vita per ricordargli che le persone che glieli hanno donati hanno gioito con lui nel giorno della sua Prima Comunione?

 

SEMPLICITA’ E  MODERAZIONE

Sarebbe auspicabile,invece, in una circostanza del genere, non distrarre il bambino dal suo obiettivo primario nel periodo precedente alla Comunione,evitando di sottolineare i preparativi di una festa o le preferenze dei doni.

Certamente il dono esprimerà la partecipazione di chi lo fa e sottolineerà il desiderio di ricordare un giorno speciale, ma non dovrà essere l’unico pensiero dei comunicandi.

Così la festa, che dovrebbe essere tenuta in casa di pomeriggio solo per gli intimi – nonni, zii, cugini, padrini e relativi familiari – escluderà le complicazioni di un pranzo o di un ricevimento ufficiale come potrebbe essere un matrimonio.

 Solo nella semplicità di una festa lieta ma non chiassosa si potrà trovare qualcosa di degno da conservare nel cuore come ricordo dell’evento più felice dell’infanzia.

 Kate Catà.

Link: 

La Prima Comunione in “La buona cucina”

 

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