una rosa d'oro
GLI SMALTI DI SEVRES

A.T.Gobert Coppa
detta "Pénicault"-1867 Museo Nazionale del Castello di
Fontainebleau
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Certamente,chi leggesse solo il titolo di questo breve lavoro senza andare oltre per conoscerne i contenuti,penserebbe ad
un errore grossolano dell’estensore,poiché quando si parla
di Sèvres la mente corre alla leggiadria e allo splendore delle omonime porcellane.
Se,però,si è a conoscenza della straordinaria varietà di oggetti prodotti nella famosa manifattura francese dalla seconda metà dell’Ottocento in poi,non ci si meraviglierà più di tanto nel vedere quale perfezione avessero attinto le creazioni che vennero realizzate negli ateliers costituiti in quel periodo per attuare una serie di attività connesse con quella principale delle porcellane.
Si svilupparono infatti parallelamente la pittura su vetro (1824-1852),i metalli smaltati(1846-1873) la maiolica(1852-1872) e i lavori a
mosaico(1875-1878).
Le attività intraprese ebbero un buon successo,ma, come spesso accade per gli oggetti voluttuari seppur belli ed eccezionalmente realizzati,poiché i problemi finanziari della Francia erano tali da dovere in quel tempo operare dei tagli nel bilancio dello Stato, i laboratori,seppure aperti col favore del Sovrano e per suo ordine sovvenzionati,dovettero essere chiusi,lasciando soltanto a qualche privato l’iniziativa di continuare sporadicamente a produrre pochi e rari oggetti con le stesse caratteristiche.
Tra le varie tipologie di oggetti realizzati dagli ateliers di Sèvres,la produzione dei metalli smaltati è forse una delle meno note.
E’ di essa che ci occuperemo.
A.T.Gobert Coppa in
metallo smaltato-1868 Museo Nazionale del Castello di Fontainebleau
GLI OGGETTI A SMALTO
Gli oggetti a smalto sono di origine molto antica.
In realtà lo smalto è una sostanza vetrosa,variamente colorata,costituita principalmente da borace e ossido di piombo, che si può applicare su oggetti di ceramica o di ferro e metallo vario,per proteggerne la superficie o per ornarla,rendendola lucente e colorata con dei passaggi successivi in appositi forni.
Già gli Egizi conoscevano questa lavorazione,che si ritrova su monili e suppellettili rinvenuti nelle tombe durante gli scavi archeologici.
I Romani usarono la smaltatura per i loro mosaici,i Bizantini in oreficeria e furono i primi a diversificare le tecniche di manifattura distinguendo gli oggetti smaltati in “cloisonnés” e “champlevés”,come poi li chiamarono i Francesi.
Lo smalto “cloisonné” è ottenuto con una lavorazione che applica il materiale vetroso su incisioni ottenute con utensili taglienti,che delimitano le figure con un sottile bordo di metallo.
Lo “champlevé” è così chiamato perché,per applicare lo smalto dallo spazio che sarà ricoperto con la sostanza vetrosa, viene “levato”,tolto,uno strato di metallo con la tecnica del bulino.
 E.Rénard-A.Diéterle-J.B.C.Philipp Vaso di smalto in stile indiano di
tipo"champlevé"-1885- Museo Nazionale del Castello di
Fontainebleau
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Durante il Rinascimento, in Italia ,furono famosi gli smalti realizzati da Benvenuto Cellini.
Gli smalti dipinti ,infine, si eseguono disponendo lo smalto su superfici di metallo senza l’aiuto del bulino.
GLI SMALTI DIPINTI
 Jacob
Meyer-Heine Vaso da violette in smalto e porcellana-1839- Museo
Nazionale della Ceramica-Sèvres
L’idea di disporre lo smalto direttamente sulla superficie di metallo e poi di passarla a vetrificare negli appositi forni fu un’invenzione dei pittori vetrai di Limoges intorno alla fine del XV secolo e durante il XVI e XVII intere famiglie –vere e proprie dinastie di maestri artigiani,come i Limousin,i Pénicaud,i Courtois e i Landin – si dedicarono al perfezionamento della tecnica dello smalto dipinto su metallo.
Essa fu applicata sia sui gioielli e su piccoli oggetti che su oggetti di grandi dimensioni e su piastre da applicare sui mobili in legno.
Durante il Regno di Luigi Filippo(1830/1848) ,in Francia,negli ateliers di Sèvres si effettuarono i primi esperimenti per la produzione di smalti dipinti su metallo secondo le antiche tecniche dei maestri di Limoges.
La moda,diffusasi intorno a quegli anni,prese lo spunto da oggetti d’arte medievale e rinascimentale appartenenti a collezioni private celebri che venivano aperte al pubblico in quel tempo.
Jacob
Meyer-Heine Vaso da violette .Particolare-1839- Museo
Nazionale della Ceramica-Sèvres
Pare che il primo a produrre oggetti in smalto in chiaro-scuro montati come gioielli fosse il gioielliere e orafo Wagner dal 1840 in poi.
Un altro orefice,Froment-Meurice,affidò a dei pittori di smalto –tra cui Jacob Meyer-Heine- l’incarico di dipingere per la Duchessa di Parma una toeletta che ora si trova al Museo d’Orsay di Parigi.
Durante quello stesso periodo la Manifattura Reale di Sèvres ebbe necessità di realizzare degli smalti su rame,ma non avendo ancora strutture proprie,era costretta a rivolgersi ai privati.
In quell’occasione il Direttore della Manifattura, Alexandre Brongniart,insistette presso Luigi Filippo sull’opportunità che si creasse un atelier per i metalli smaltati e il Re emanò un decreto che rese possibile la realizzazione della proposta.
In seguito il Governo creò addirittura un “Consiglio Superiore per il perfezionamento delle manifatture nazionali” e chiamò a farne parte il pittore Paul Delaroche.
Egli scoprì che uno dei suoi allievi più valenti era disposto a riprendere e rinnovare gli smalti secondo le tecniche di Limoges, e lo assunse, incoraggiandolo a produrre.
 Alfred
T. Gobert Vaso a forma di tripode con scena di ricreazione all'aperto-1869/72- Museo
Nazionale della Ceramica di Sèvres
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Costui era il pittore Gobert,destinato a divenire uno dei più famosi autori di pregevolissimi oggetti, che sebbene fossero coppe,ampolle,vasi,piatti,bomboniere e cofanetti,erano realizzati con tale perfezione da meritare loro l’appellativo di opere d’arte.
Esse divennero ben presto ricercatissime anche al di fuori dei confini della Francia da parte di regnanti, di principi e nobili, collezionisti e artisti di tutto il mondo.
Purtroppo, gli stessi che con tanta cura avevano richiesto e acquistato i preziosi oggetti, li dispersero poi per la loro prodigalità,rivendendoli alla spicciolata e facendone perdere ogni traccia.
Ne rimangono alcuni esemplari nelle raccolte dei Musei nazionali francesi,al Musée National de Céramique di Sèvres ,e sono quasi tutti ispirati allo stile rinascimentale,tranne qualcuno che si rifà all’arte persiana o indiana.
I soggetti trattati non erano riferibili ad una sola epoca né ad un solo stile, ma gli artigiani si proponevano di recuperare la tradizione degli smaltatori del XVI secolo.
Tra i nomi più famosi di smaltatori celebri ricordiamo i già citati Jacob Meyer-Heine, Alfred-Thomson Gobert,e Auguste Dieterle,ma infiniti altri lavorarono in seguito dopo la chiusura ufficiale delle Manifatture di Sèvres,diversificando la produzione e creando imitazioni che resero i prodotti meno pregevoli e certamente più disponibili per una fascia di acquirenti dai gusti meno sofisticati e più comuni.
Un cenno a parte va dedicato al più volte ricordato Gobert:
la sua produzione si distinse per l’uso degli smalti bianchi con qualche tocco di oro, che si stagliano su fondi generalmente blu o bruni.Molte opere si ispirano al Rinascimento italiano e non mancano riproduzioni di opere di Raffaello.
 Jacob
Meyer-Heine Coppa riproducente il " Trionfo di Galatea" dipinto da Raffaello per la Farnesina a Roma-1862- Museo
Nazionale della Ceramica di Sèvres
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Creò piastre smaltate per la decorazione di mobili di prestigio, come la culla del Principe Imperiale per la quale realizzò le “Quattro Virtù Cardinali”; gli smalti in bianco e nero applicati sulle ante della grande libreria in vetro ed ebano di Fourdinois,presentata all’Esposizione Universale del 1855.
I suoi smalti sono eseguiti tutti con la tecnica del chiaro-scuro, con toni digradanti del bianco su sfondo scuro,riuscendo ad ottenere ombre dolcissime, luci che suggeriscono lontananze e senso del mistero.
Oggi gli oggetti in metallo smaltato si ottengono con sistemi lavorativi molto più veloci che si reggono sulle sofisticate tecnologie regolate dai computers: si realizzano oggetti ricoperti di plastica vetrificata usata per lo più per vasellame di tipo domestico,per il commercio della bigiotteria e,di tanto in tanto, per l’oreficeria.
Kate Catà.
 Anonimo Mobile in legno ebanizzato,decorazioni in metallo smaltato e porcellane di Sèvres-
Secondo Impero-1860- Sotheby's-New York-
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