una rosa d'oro

 

La storia e... le piccole storie

 

 


SICILIA E INGHILTERRA NEL XIX SECOLO 


Nelson e la Ducea di Bronte

A cura di Rutilio

 

 Il Castello della Ducea di Bronte

 
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I rapporti tra Sicilia e Inghilterra nel XIX secolo furono di varia natura,ma,politici,commerciali o culturali che fossero, essi lasciarono sempre dei segni particolarmente intensi nella vita dell’Isola, che conserva tuttora traccia dei contatti casuali o duraturi che caratterizzarono le occasioni pubbliche o private dell’incontro tra una delle potenze europee più significative della Storia e una terra che fu sicuramente testimone dei fatti più importanti svoltisi nel Mediterraneo. 
Alla fine del Settecento, la Gran Bretagna si scontrava con la Francia di Napoleone.
Il conflitto, che era parte integrante di uno scontro più ampio - molte altre potenze volevano annientare la volontà imperialistica del generale corso,divenuto in breve Imperatore della Francia - ebbe per l’Inghilterra due eroici protagonisti,il Duca di Wellington e l’Ammiraglio Orazio Nelson.
Ambedue combatterono contro Napoleone, Nelson lo sconfisse per mare, Wellington per terra.
Tra i due, nell’immaginario collettivo,la figura di Nelson è apparsa sempre come la più romantica,per l’avventurosità della vita ,per l’amore che lo legò ad un donna che fu una delle bellezze più celebri del suo tempo, per la morte precoce che lo colse nel momento culminante della sua gloria militare.





Una vita per il mare

 Lemuel Abbott
Ritratto di Nelson-1798-
Warwick Leadlay Gallery-Greenwich

 
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Nato nel 1758 da un pastore protestante,fu dal padre imbarcato,come usava allora,su una nave ancora fanciullo, perché vi completasse gli studi e apprendesse i primi rudimenti dell’andar per mare sulle navi della Marina Britannica,che già da diversi secoli erano uno straordinario esempio di organizzazione e di formazione della personalità .
Di carattere ferreo e di indomita natura, il giovane Orazio Nelson si fece notare anche per un eccezionale coraggio,doti tutte che gli consentirono di compiere una rapida carriera.
Destinato alla parte della Flotta di S.M. Britannica che operava nel Mediterraneo,partecipò nel 1794 all’assedio di Calvi, in Corsica,dove a causa di una scheggia che lo colpì,perse la vista dell’occhio destro:ma, contrariamente alle abitudini del tempo, non volle mai indossare la benda.
Durante uno dei suoi rapidi ritorni in patria,sposò Fanny Herbert,da cui non ebbe figli.
L’Inghilterra intanto aveva acquisito nuovi possedimenti nell’America del Nord, ma i coloni britannici chiedevano l’indipendenza.
Nelson fu inviato nel 1797 con una flotta per contrastare le azioni degli Spagnoli ,ma a Santa Cruz de Tenerife ,mentre assediava e prendeva un forte spagnolo, per un colpo d’arma da fuoco perse un braccio. Tornato in Europa, ottenne il comando della flotta che avrebbe dovuto affrontare Napoleone.
Nel 1798, ad Abukir, presso le foci del Nilo,con un’audace mossa Nelson distrusse la flotta francese e tolse all’esercito di Napoleone ogni possibilità di movimento.
Durante la battaglia,la nave ammiraglia francese esplose e un pezzo dell’albero maestro cadde sulla tolda della nave di Nelson: egli volle che di quel legno fosse costruita una bara dove essere seppellito dopo la morte.
Per la vittoria inglese che liberava l’Egitto dai Francesi,il Sultano turco che lo governava in segno di riconoscenza donò all’illustre e coraggioso inglese preziose decorazioni e una spilla d’oro e di brillanti ,di quelle che i Sultani solevano portare sui turbanti:Nelson l’appuntò alla sua feluca e non se ne separò mai.
Qualcuno si è meravigliato del fatto che un uomo austero come Nelson, che non concedeva nulla alla sua vanità, portasse una spilla siffatta sul cappello: ma in realtà egli non era il solo a recare simili ornamenti sulla feluca.
Infatti i capitani di marina inglesi solevano sfoggiare tali testimonianze dei loro meriti attribuite da stranieri riconoscenti per i loro salvifici interventi in caso di pericolo, ed era consentito dalla Marina Britannica indossare ornamenti e collane d’oro come medaglie meritate in guerra.
Dopo la battaglia di Abukir la flotta inglese del Mediterraneo scelse di gettare le ancore nel porto di Napoli, una delle capitali di stati in buoni rapporti con l’Inghilterra, dove era possibile per le navi inglesi trovare ospitalità.
Lì era ambasciatore d’Inghilterra Lord Hamilton,che Nelson aveva conosciuto nel 1793 durante una sua precedente visita alla città partenopea.
Alla corte di Ferdinando IV di Borbone l’incontro tra l’Ammiraglio inglese e l’Ambasciatore fu però occasione di una fatale circostanza.
Conosciuta la moglie di Hamilton,Lady Emma,Nelson se ne innamorò, ricambiato con passione. 
Lady Hamilton aveva avuto una vita movimentata. Era di origini molto umili, ma la sua bellezza,una delle più celebri del suo tempo, immortalata da diversi pittori,le aveva consentito di passare da un amante all’altro fino a sposare il nobile diplomatico inglese.
Costui l’aveva inoltre introdotta alla corte dei Borboni di Napoli, presso cui egli era,come si è detto, ambasciatore del suo paese e dove lei divenne grande amica della Regina Maria Carolina. Nelson ,non appena ebbe la certezza dell’amore di lei, lasciò la moglie, a cui conferì un vitalizio che le permise di vivere agiatamente sino alla fine dei suoi giorni, ma non volle più rivederla.

 Anonimo
Maria Carolina d'Asburgo,Regina di Napoli.XIXsec
National Maritime Museum-Greenwich

 
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Gli avvenimenti storici andavano mutando: i Francesi, che volevano colpire non solo l’Inghilterra ma anche i suoi alleati, si apprestavano ad invadere Napoli. Il Re e la Regina vollero allontanarsi dalla città e mettersi in salvo con i figli.
Chiesero ed ottennero l’aiuto dell’Inghilterra nella persona dell’ambasciatore Lord Hamilton, il quale chiese a Nelson di trasportare per nave la Famiglia reale borbonica ovunque avesse chiesto di andare. 
Il Re Ferdinando IV scelse Palermo,capitale della Sicilia. 





Una parentesi felice

La Sicilia accolse il suo Re, con cui pure i rapporti non erano stati eccellenti per l’antica rivalità tra la capitale antica del Regno –Palermo- e la nuova,Napoli, dove Ferdinando aveva preferito eleggere il suo domicilio. 
In Sicilia era rimasto a governare un Viceré,e tanto rancore albergava nell’animo sia dei nobili, che si erano sentiti disprezzati, quanto del popolo, che si era creduto abbandonato.
Ma ,se nel momento del pericolo il Sovrano sceglieva di tornare a Palermo, la città ne sarebbe stata lieta e orgogliosa. 
Così la capitale della Sicilia aprì le porte non solo al Re e alla sua Corte, ma anche agli Inglesi che si presentavano come paladini e protettori del Regno Borbonico. 
L’Ammiraglio Nelson ,circonfuso dall’aura dell’eroico combattimento che aveva consentito di sconfiggere Napoleone per mare, era ovunque invitato e riverito, e con lui l’ambasciatore inglese e la moglie, Lady Hamilton, di cui ormai tutti conoscevano il legame segreto con Nelson.
Per i due amanti,il soggiorno siciliano fu forse il periodo più felice vissuto insieme: la bellezza dei luoghi, la complicità di alcuni amici,nobili siciliani, la loro ospitalità nella città o nei suoi dintorni, fu senza dubbio per loro una parentesi di gioia anche per la dura vita condotta da Nelson sul mare.
Costui,frattanto, non dava tregua ai Francesi per tutto il Mediterraneo, e, tornato a Napoli dove si era costituita la Repubblica Partenopea, l’aveva liquidata dimostrando una grande inflessibilità contro i rivoltosi .




La gratitudine del Re

Grato per l’intervento di Nelson, il Re Ferdinando IV gli conferì in dono -per lui e per tutti i suoi discendenti- un feudo nella terra di Sicilia,unitamente al titolo di Duca,legato al possesso dei beni donati. Si trattava dell’Abbazia di S.Maria di Maniace,costruita sul Castello voluto da Maniace, generale bizantino,vincitore di una battaglia combattuta nello stesso luogo contro i Saraceni.
Egli aveva lasciato nel castello un’icona della Madre di Cristo,poi conservata in una chiesetta costruita alla bisogna. Ancor oggi è possibile vedere la sacra immagine, che conta più di 1000 anni di vita.

Icona di S. Maria di Maniace posta nella Chiesa 
della Ducea di Bronte-Sec. X

 
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Poi nel 1173 la regina Margherita di Navarra, moglie di Guglielmo I,fece edificare nello stesso luogo un convento, che fu affidato ai Padri benedettini.
L’Abbazia passò attraverso molte mani,sino a quando il re Ferdinando IV la fece ristrutturare per donarla a Nelson. 
La proprietà prese il nome di Ducea di Bronte, il paese nel cui territorio essa si estendeva.
Dell’ antico monastero trasformato in villa restava il chiostro,la chiesa,la cisterna e il granaio, con annessi novemila ettari di terreno.
Ma la sorte non doveva consentire a Nelson di godere del bene tanto meritatamente attribuitogli: egli lo accolse con gratitudine e con piacere, tanto che cominciò a firmare tutte le sue lettere e i documenti ‘Nelson-Bronte’,ma,pur ripromettendosi di andarlo a conoscere e visitare o addirittura di viverci, non riuscì mai a mettervi piede.
Con Lady Hamilton, da cui il marito poi si separò, consapevole del mutamento dei sentimenti di lei, Nelson ebbe una figlia,Orazia.

 

 Pastello di Johann Heinrich Schmidt-1801
Ritratto di Emma Hamilton che Nelson teneva nella cabina della sua nave
National Maritime Museum-Greenvich

 
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Il giorno della battaglia di Trafalgar, in cui egli sarebbe poi stato ucciso,l’Ammiraglio scrisse quello che fu ritenuto un testamento ma che invece era una sorta di petizione allo Stato inglese, con cui chiedeva al Re,in cambio del servizio da lui prestato e della sua devozione, di voler assistere e mantenere con decoro Lady Hamilton e sua figlia,sottolineando che Lady Emma si era adoperata presso la Regina Maria Carolina per procurare rifornimenti alla flotta inglese.
Ma la morte precoce dell’Ammiraglio,avvenuta nel 1805 presso Trafalgar,decise diversamente della vita di madre e figlia.
Dopo una vittoria sul mare riportata ancora una volta contro i Francesi,a causa di una fucilata sparatagli da un marinaio nemico la cui attenzione era stata attirata dal luccichio delle decorazioni,Nelson moriva, a soli 47 anni.

Il suo corpo non venne seppellito in mare, come avviene per tutti coloro che muoiono su una nave,ma fu trasportato in patria immerso nel rum,così che l’alcool ne consentisse la conservazione sino al dì dei funerali,che furono solenni e grandiosi, e si conclusero con la sepoltura nella Cattedrale di S.Paolo a Londra. Il fratello di Nelson non volle che fosse lasciato a Lady Hamilton alcun bene appartenutogli né denaro.
La figlia crebbe mantenuta dalla pubblica carità, dal denaro offerto da coloro che avevano conosciuto suo padre e persino talvolta dai marinai di lui che ne conoscevano la storia. Si sposò poi a Parigi con un pastore anglicano.
Lady Hamilton non fu assistita dallo Stato inglese: finì i suoi giorni prematuramente in povertà e vittima dell’alcoolismo.
I parenti di Nelson vennero in Sicilia, nel Ducato di Bronte, vi abitarono e lo abbellirono,e i nipoti e i loro discendenti vi risedettero sino all’inizio della II Guerra Mondiale, quando la Ducea fu confiscata come proprietà straniera nemica sul suolo italiano.
Restituita ai legittimi proprietari alla fine della guerra,restò in mano dell’ultimo discendente indiretto,Alexander Nelson Hood, che la cedette nel 1981 al Comune di Bronte.
Oggi la Ducea è aperta al pubblico con funzioni di museo .

 

 Galleria dei cimeli appartenuti a Nelson
Ducea di Bronte

 
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Bottiglia e bicchieri di cristallo adoperati da Nelson 
durante la battaglia di Trafalgar.1805
Galleria dei cimeli di Bronte

 


E’ possibile ammirare mobili e suppellettili originali dell’epoca in cui fu donata a Nelson,cimeli di guerra dell’Ammiraglio,quadri e stampe riproducenti personaggi e luoghi del suo tempo.

 

 L'Ammiraglio Nelson con la decorazione del Sultano
Castello della Ducea di Bronte-XIX sec

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