una rosa d'oro

 

La storia e... le piccole storie

 

 


LA BELLE EPOQUE :

un miraggio tra due secoli

A cura di Kate Catà

 

Alphonse Mucha-Le quattro stagioni.1902-Parigi

 

Un’epoca eccezionale


Cercando sulle Enciclopedie, nei libri di Storia o nei vocabolari, non c’è traccia dell’espressione”Belle Epoque”: ciò vuol dire che il mondo ufficiale della cultura ripudia questa dicitura che fu coniata dalla “vox populi” e che nacque dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale per indicare, in contrapposizione agli orrori della guerra e alle difficoltà esistenziali che essa comportava,la straordinaria stagione di progresso e di prosperità vissuta dagli Europei dal 1870 al 1914.
Se,come sosteneva G.B.Vico,le epoche storiche sono sottoposte a “corsi e ricorsi”,presentano,cioè,nelle grandi linee degli eventi che in esse si verificano, delle caratteristiche costanti che le rendono spesso simili,il periodo che prese il nome di “Belle Epoque” fu uno tra quelli contrassegnati da un’intensa espansione economica,da una fioritura di scoperte e da un miglioramento della qualità della vita,destinati ad investire la società del tempo ed a produrre grandi cambiamenti. 
Nel corso dell’Ottocento l’Europa era andata stabilizzandosi con la creazione di grandi stati nazionali.
L’industrializzazione si era diffusa,nuove scoperte scientifiche consentivano di essere applicate anche alle attività quotidiane rendendo più facile il lavoro e più comoda la vita domestico-familiare.
Diversi sovrani europei avevano goduto della fortunata circostanza di poter vivere e regnare a lungo,consentendo ai loro popoli una stabilità ed una prosperità accresciuta dalle conquiste coloniali,che potenziavano la ricchezza degli stati e incrementavano i commerci,favorendo lo sviluppo della borghesia che si affermava per le sue capacità di creare nuovi mercati,di moltiplicare il capitale e di farlo circolare più facilmente con la creazione di moderni istituti bancari.
Anche se non tutti i paesi in Europa vivevano al meglio questa lunga parentesi di prosperità,tuttavia la maggior parte degli stati avevano attinto un livello esistenziale
più accettabile anche per gli strati sociali solitamente meno favoriti,che cominciavano a prender coscienza dei loro diritti e ad inserirsi più attivamente nel mondo del lavoro.
Certamente,guardando quel tempo con gli occhi del nostro, ci si accorge che ancora molto restava da fare per poter parlare di benessere generalizzato o di giustizia sociale: tuttavia fu questo un periodo in cui si fecero rapidi passi avanti nel campo della modernizzazione che coinvolsero tutta la società. 
L’esempio più significativo di questa realtà era in Europa l’Inghilterra,che durante il regno della regina Vittoria visse un lungo periodo di prosperità.
Ma il paese che interpretò lo spirito autentico della Belle Epoque fu senza dubbio la Francia.

 



G.Seurat- Una domenica pomeriggio all’Isola della Grande Jatte-Parigi,1883/85


Anche l’Austria di Francesco Giuseppe trascorse alcuni decenni felici, e altresì l’Italia, sin che non scoppiò il conflitto mondiale che tutto travolse.




Modernità e progresso

Negli ultimi decenni dell’Ottocento l’umanità si cullava in un clima euforico e in uno spensierato ottimismo che permeava di sé le scienze e le arti ma anche la concezione comune della vita. La corrente filosofica del Positivismo alimentava non soltanto la cultura, ma anche ,per vie traverse,l’opinione pubblica,influendo indirettamente sul vivere quotidiano.
Si godeva della scoperta del “tempo libero”,del diritto allo svago e al divertimento,della pratica dello sport ora accessibile a tutte le classi sociali,e ciascuno, secondo le proprie possibilità economiche, migliorava di giorno in giorno la qualità della propria vita.


George Seurat-Un bagno ad Asnières –Parigi-1883/84


Se la nobiltà viaggiava per diletto,la borghesia non era da meno.
Usufruiva di mezzi di trasporto meno lussuosi e di alberghi meno eleganti,ma non si negava il piacere di assistere a manifestazioni come le Olimpiadi di Atene del 1896 o le prime partite di calcio,le regate veliche, le gare ciclistiche.

 

Alphonse Mucha-Poster-image pubblicitario.1885-Parigi-



Il ciclismo era praticato da tutti i ceti: anche i meno abbienti andavano in bicicletta,come del resto,là dove era possibile, praticavano l’alpinismo.
La comunicazione si avvalse di nuove scoperte: il telefono e la radio,preceduta dal telegrafo senza fili,mentre i giornali si diffondevano sempre più incrementando la conoscenza di notizie relative anche ai paesi più lontani del mondo.
Romanzi e racconti a puntate comparivano sui quotidiani e attiravano l’attenzione dei lettori che si moltiplicavano.
Le distanze si accorciavano comunicando attraverso l’etere ma anche grazie alla velocità di nuovi mezzi di trasporto come l’automobile e l’aeroplano.


Fabrice de Villeneuve-Fly the world- Poster-image -1890


Un treno esclusivo,l’Orient Express,collegava Parigi a Costantinopoli, porta dell’Oriente; un altro andava da Mosca in Cina. 

 




Si praticarono gallerie nelle montagne che consentirono di mettere in comunicazione mediante la ferrovia paesi vicini ma divisi da alte catene montuose e che sembravano destinati a non poter usare il treno:Italia,Svizzera,Francia ed Austria si collegarono attraverso i trafori del Gottardo, del Sempione,del Fréjus. 


Manifesto pubblicitario stampato in occasione dell’inaugurazione della prima strada ferrata
elettrificata tra Milano-Varese-Porto Ceresio-1901/02-



Nelle città furono create le Metropolitane,ferrovie sotterranee urbane che consentivano di raggiungere velocemente tutti i quartieri della città,eludendo il traffico che già cominciava a condizionare gli spostamenti in superficie.



Il cinema e la fotografia


Il desiderio di documentare gli avvenimenti quotidiani e di fissare il ricordo dei momenti più belli della vita è quello che tributa un grande e duraturo successo all’invenzione della fotografia:dalla seconda metà dell’Ottocento in poi,essa sarà la testimone più efficace della Belle Epoque,e si rivelerà utile non solo nel privato, ma anche nel settore pubblico,per il quale, aggregandosi al giornalismo,la fotografia diventa un elemento irrinunciabile di conoscenza.
Era l’epoca delle grandi avventure:l’uomo voleva cimentarsi con i suoi simili ma anche con la natura.
Nel 1907 dieci equipaggi automobilistici stabilirono di partire da Pechino per arrivare a Parigi: alla gara partecipavano piloti di varie nazionalità.
Vinsero gli italiani.




A Mucha-Manifesto pubblicitario per una casa automobilistica. Parigi-1903-



Un’altra novità,collegata alla fotografia, si sviluppò rapidamente e prese campo, facendo a lungo discutere se fosse nata una nuova forma d’arte –la decima Musa ? -o solo una nuova forma di svago: si trattava del cinema.
Rispetto al teatro,il cinema si presentava più accessibile, più fruibile dalle masse: ma il fatto di fissare una volta per tutte sulla celluloide le immagini e le emozioni che solo il teatro sino ad allora aveva saputo dare,da un canto consentiva di rivedere lo spettacolo infinite volte, dall’altro lo rendeva meno raro e quindi meno degno di essere classificato come un’arte vera e propria.

 



L’Arte e la Moda


Ma la gente amava divertirsi,e andare a cinema presto fu di moda come andare a ballare. 
Dall’Austria era arrivato una nuova,coinvolgente danza: il valzer,che conquistò tutta l’Europa e si diffuse anche oltremare. 
I compositori che lo avevano creato erano gli Strauss,che restarono i più straordinari e noti musicisti austriaci del tempo.

 

Victor Gilbert-An elegant soiree- Londra-1897


La moda,come sempre nei periodi storici di grandi mutamenti, cambiava anch’essa:la donna, chiamata a svolgere un ruolo attivo nella società e nel mondo del lavoro, non poteva portare ancora busti così stretti, tante sottogonne, volants,ruches, drappeggi.
Ancora una volta, Parigi dettò le regole del nuovo modo di vestirsi.
Dapprima fu adottato un abito, il tailleur,con una giacca lunga e piuttosto maschile, su una gonna dritta davanti e con profonde pieghe centrali dietro per consentire il passo.



Un modello di “tailleur”alla fine dell’Ottocento



Furono abbandonate le sottogonne, la biancheria intima si restrinse e si accorciò:ne diedero l’esempio le ballerine di can-can,prima occasione di scandalo,poi esempio di stile.

 
H.Toulouse Lautrec-Le bal au Café Chantant-Parigi-1897


In seguito,dovendo praticare lo sport, la donna eliminò altre sovrastrutture inutili che la impacciavano, e che caddero una ad una come le foglie d’autunno.
Le scarpe divennero più comode,i tacchi meno alti,le punte meno strette.
Tranne che per la sera, per la quale l’eleganza restava legata sempre ai tessuti preziosi ,ai merletti e ai ricami, agli abiti lunghi e ai gioielli,si può affermare che la donna comune che godeva di un medio reddito cominciò ad acquistare il suo vestiario presso i grandi magazzini e i negozi specializzati che avevano iniziato la creazione e la vendita di vestiti,biancheria personale,cappelli e pelletteria fatta in serie dalle macchine.

Les Galeries Lafayette,uno dei primi Grandi Magazzini di Parigi.



Dalla fine dell’Ottocento agli inizi del Novecento,solo le persone abbienti continuarono a vestirsi nelle grandi sartorie, e dai piccoli sarti la gente che guadagnava modestamente.
Si verificava un forte incremento produttivo mentre si accresceva il numero dei consumatori:per questo motivo alcuni osservatori hanno creduto di poter vedere nella fine dell’Ottocento la nascita della moderna società dei consumi.




Parigi ,Vienna e la Belle Epoque

Parigi era e restava il “clou” di questa rivoluzione pacifica che aveva rimescolato la società dando spazio anche alle classi prima meno privilegiate.

 
P.A.Renoir-Bal au Moulin de la Galette-1877-Musée d’Orsay-Paris-


La capitale francese era anche il faro da cui si irradiavano le nuove correnti artistiche,particolarmente nel campo della pittura,per la quale si affermarono autori che lasciarono un segno individuale,come Toulouse Lautrec o Van Gogh,ed altri, che appartennero all’Impressionismo,al Puntinismo, o al Neo-Impressionismo,all’Art Nouveau.
Parigi era sempre stata considerata la capitale dell’Arte,ma durante la Belle Epoque lo fu ,se possibile, ancor di più e a buon diritto.
L’Arte infatti fioriva lì sotto tutti gli aspetti,non solo dal punto di vista culturale, ma anche da quello degli spettacoli.
Il teatro,l’opera,l’operetta,les Folies Bergère,il ballo Excelsior,il cinema dei fratelli Lumière,il balletto,offrivano continue emozioni e suggestioni al pubblico di qualità sempre più numeroso,mentre i caffè-concerto,le gare sportive,i grandi magazzini potevano essere frequentati da visitatori appartenenti a qualunque ceto. 

Jules Cheret-Les Folies Bergère-Poster-image-1882-Parigi-



Capitali come Londra,Vienna,Budapest, Berlino furono altrettanti luoghi da dove si irradiò il messaggio della Belle Epoque.
La letteratura non si sottrasse al fascino delle nuove tendenze: scrittori come Thomas Mann(“Morte a Venezia”) e poeti come Gabriele D’Annunzio furono i vati indiscussi di quel tempo straordinario.
L’Austria, dopo la ristrutturazione degli stati germanici operata dalla Prussia, aveva creato nel 1867 l’Impero austro-ungarico.
Da quel momento sino alla Prima Guerra Mondiale, Vienna visse anni di splendore che, coevamente a Parigi, la fecero considerare come una delle maggiori capitali europee.
Essa venne ristrutturata,fu creato il Ring,ovvero la magnifica cinta che racchiude tutta la città,furono costruiti musei,teatri,ministeri,ed entrò in funzione un servizio di tram a cavalli.
La musica degli Strauss allietava la gente,che si recava a Grinzing e ad Hietzing per gustare l’Heuriger,il vino nuovo,o la fresca birra.
Tra il 1890 e il 1892,Vienna raggiunse il milione di abitanti,mentre tra il 1870 e il 1910 tutta l’Europa passò da 290 a 435 milioni di cittadini europei,nonostante l’emigrazione in America di 30 milioni di essi nel corso degli anni .
Man mano che il secolo XIX volgeva verso la sua fine e si approssimava il Novecento,l’arte e la moda mutavano ulteriormente.
Si era affermato un nuovo stile, complesso e articolato,che assunse denominazioni diverse a seconda dei paesi in cui trovò la possibilità di emergere e trionfare:lo Stile Floreale.
Alcuni lo denominarono in Italia “Liberty”,altri in Germania “Jugendstil”, altri ancora,in Francia,”Art Nouveau”. 



Lo Stile Floreale 




Agli inizi del Novecento si sviluppò in Europa,prendendo le mosse dall’Inghilterra,una nuova tendenza artistica, che si manifestava nelle arti decorative e nell’architettura.
Alla sua diffusione molto giovò l’inglese Arthur Lasemby Liberty, proprietario di una ditta commerciale che si occupava di importare ed esportare oggettistica di vario genere, tra l’Europa,l’India e il Giappone,creatore egli stesso e disegnatore di gioielli,tessuti,parati, paraventi, mobilia di vario genere decorata con motivi floreali spiraliformi.
La diffusione dei nuovi oggetti, di ottima qualità ma non di altissimo prezzo,destinata ad intenditori, fu facilitata sui mercati di tutta l’Europa occidentale, e, imitata ed ampliata da altri artisti che aderirono istintivamente ai canoni della nuova moda incrementandola con la loro fantasia, si estese anche oltreoceano,giungendo in America.
Intanto in Europa lo stile “floreale” detto Liberty trovò la sua maggior fortuna nell’architettura,che realizzò opere particolarissime per merito di maestri come Gaudì in Spagna,Wagner in Austria, Basile in Italia, per citarne solo alcuni.
In Francia si sperimentava in questo periodo anche la grafica e l’illustrazione: la pittura si metteva a disposizione di una nuova esigenza che nasceva dal commercio, la pubblicità.

Sono di questo periodo manifesti pubblicitari firmati da pittori celebri come Toulouse Lautrec,o da illustratori del calibro di Leopold Metlicovitz o Alphonse Mucha.
Anche i gioielli offrivano uno spettacolo straordinario e sovvertivano la concezione che aveva regnato indiscussa sino a quel tempo.
L’oggetto prezioso diventava una scultura,assemblava diversi tipi di metallo o di materiale, di per sé anche non prezioso come l’oro, per supportare perle,pietre semi-preziose prima sconosciute o non molto sfruttate.
I gioielli riproducevano fiori,animali,insetti intrecciati ed avvolti da foglie e rami,tra cui si affacciavano esili forme umane,evanescenti meravigliose creature realizzate con tecniche creative nuove o rivisitate come lo smalto-cattedrale o come lastre sottilissime di opale,madreperla,cristallo di rocca.

R.Lalique-Pendente dei due galli.Oro,smaltidiamanti,zaffiri -Parigi,1902-


Tutte opere d’arte vere e proprie, per la creazione delle quali si resero famosi i nomi di Emile Gallé,René Lalique,Louis Majorelle,Louis Comfort Tiffany
Quest’ultimo svolse la sua opera soprattutto in America, dove,tra l’altro,decorò alcuni interni della Casa Bianca a Washington e creò vetrate iridescenti e istoriate servendosi dell’ausilio di pittori contemporanei come Vuillard.
Singolare fu ,per la pittura, l’apporto del pittore tedesco Gustav Klimt,che interpretò in modo personale ed originalissimo lo spirito del suo tempo.

Gustav Klimt-L’albero della vita-1905/09-Parigi-



Uno sguardo critico



Non sarebbe corretto però parlare della Belle Epoque solo in termini entusiastici:come abbiamo sopra accennato, non tutti i paesi godevano della prosperità generale né tutte le classi sociali ovunque potevano permettersi un buon tenore di vita.
Le città erano cresciute anche per il fenomeno dell’inurbamento del proletariato operaio,ma le classi contadine spesso segnavano il passo,come per esempio in Russia.
In Italia,dove l’industrializzazione stentava a decollare per mancanza di capitali e di materie prime,molti cittadini dovettero scegliere la via dell’emigrazione.
Ma in altri stati europei,dove l’industria aveva esercitato un influsso positivo sull’economia,la popolazione giovanile aumentò sino a triplicarsi.
Si diffondevano intanto il marxismo e il socialismo,che avrebbero provocato la rivoluzione russa e molti altri cambiamenti nel mondo,mentre oltreoceano gli Stati Uniti d’America consolidavano la loro potenza economica.
Erano tempi di grandi mutamenti, ma qualche battuta d’arresto suonava campanelli d’allarme.


Keith Campbell- The Titanic ship-1912-



I grandi capitalisti erano presi da un delirio di onnipotenza, l’uomo, fiducioso nelle sue capacità inventive che riteneva illimitate, osava l’inosabile.
Il 31 maggio 1911 usciva dai cantieri navali di Belfast la più grande nave realizzata –un transatlantico –destinata a varcare l’Oceano per recarsi in America.
Tutto il bel mondo e la gente che contava, i ricchi che potevano permetterselo,avevano prenotato un posto su quel mitico piroscafo che avrebbe attraversato l’Atlantico come un albergo galleggiante di categoria superiore.
Nulla mancava per la felicità e la comodità dei passeggeri.
Il piroscafo poteva ospitarne 3.320.
Per il viaggio d’inaugurazione,però, ne aveva imbarcato solo 2.201.
Il Titanic lasciò l’Inghilterra accompagnato da mille sirene di navi e battelli che gli facevano corona,mentre migliaia di persone si affollavano sul molo per salutare e vederlo partire.
Sulla nave,un tripudio di eleganza, di belle donne e di gentiluomini, feste da ballo e cene organizzate da cuochi famosi.
Ma nella notte il Titanic si scontra, nell’oscurità,con un enorme iceberg che ne squarcia la chiglia e che lascia poco tempo per salvarsi: ci si accorge troppo tardi che quella meraviglia della tecnica del tempo non ha un numero sufficiente di scialuppe di salvataggio.
Infatti la nave ne possedeva solo 20,sufficienti per 1.178 persone.

Alcuni, ma non tutti, si salvarono. 
Sugli altri si chiusero le nere acque dell’Oceano.




Epilogo


Non è esagerato dire che la Belle Epoque cominciò a finire allora. 
Dopo alcuni anni scoppiava la Prima Guerra Mondiale, ma lo spirito di un’epoca felice era già svanito, duramente colpito dalla constatazione che la felicità è caduca, e che la natura umana ha dei limiti invalicabili.
Quel che restava della nobiltà e l’alta borghesia continuarono a frequentare le località alla moda, a spendere denaro per creare l’illusione di una felicità basata sul lusso e sulla ricerca del piacere.

George Seurat- Le Chaut -1890-Parigi-


Ma oramai il secolo XX volgeva altrove il suo sguardo e gli anni straordinari della grande illusione erano finiti.
La belle Epoque era stata come l’infanzia felice ed ignara che gode del bello e del nuovo senza chiedersi troppi perché: ma la dura realtà della guerra travolse l’innocenza e inasprì gli animi.
L’umanità era diventata suo malgrado adulta e lo spettacolo della realtà era mutato,costringendo gli uomini a rimpiangere un’epoca felice passata per sempre.


Alphonse Mucha-Poster – image pubblicitario-1895-Parigi-



Kate Catà.


Bibliografia

-F:Bonazzoli-Storie d’Italia-Dalla Belle Epoque agli Anni Sessanta.T.C.I.-

-G.Procacci-Storia degli Italiani-Laterza-

-D.Mack Smith-Storia d’Europa.vol.3^-Laterza.

-A.G.P.Taylor-L’Europa delle grandi Potenze.Vol.2^-Laterza.

-C.Rearick-Pleasures of the Belle Epoque-New Hawen-Yale University Press-1985-

-R.Raimond-The Belle Epoque-New York-Saturday Review Press-1973-



Da Internet:

-www.fauser.edu/students/cucchetti/bepoque.htm

-digilander.libero.it/fiammecremisi/vigilia.htm

-www.labellepoque.de/wien/Vienna.htm

-digilander.libero.it/klimtgustav/liberty.html

-www.cizzart.it/cenni_arte/correnti_



Alphonse Mucha-Poster-image pubblicitario-Parigi-1897-

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