una rosa d'oro 

 

         

 

 

GIOIELLI  ANTICHI DELLA  GIORDANIA

              

            

 

 

Prendendo spunto dalla visita dei Reali di Giordania in Italia, al Quirinale è stata  allestita una Mostra inaugurata dalla Regina Ranja Al-Abdullah, consorte del Sovrano hascemita il Re Abdullah II.

Tra i sessanta pezzi in mostra, che potrebbero sembrare pochi ma che sono già molti per l’eccezionale disponibilità mostrata nella circostanza dai Musei giordani, solitamente non molto proclivi ad inviare materiale museale fuori dai confini della patria, emergono per la loro bellezza e rarità alcuni gioielli in oro, che meritano senza dubbio più di un momento di attenzione, e che mostrano molti elementi di somiglianza con altri pezzi rinvenuti nell’odierno Iraq e nei territori vicini un tempo denominati, nel loro complesso, “Mesopotamia”.

I pezzi in esposizione risalgono ad un periodo di tempo molto ampio che va dal Neolitico all’Impero Ottomano, e sono testimonianza sia di una creatività autonoma che di tecniche lavorative, quali l’uso della filigrana e della granulazione, che si

 

Statua del Periodo Neolitico

(Pre-ceramico B) circa 7500 a.C.

ritenuta la più antica del mondo

Intonaco su scheletro di canne

Jordan Archeological Museum-Amman

 

diffusero pressoché contemporaneamente  in tutta l’Asia Minore, a causa degli scambi commerciali  e alla costruzione successiva di vasti insediamenti urbani.

 

 

QUALCHE CENNO STORICO

 

La Mostra ha un titolo, fortemente evocativo della Storia del passato, in cui la Giordania è indicata come “crocevia di popoli e di culture”.

Noi Italiani siamo abituati a sentire spesso queste parole riferite in tutto o in parte al suolo della nostra Patria, e i Siciliani le sentono ancor più di frequente quando si parla della loro Isola.

La Sicilia, infatti, come la Giordania per il Mediterraneo Orientale, ha allettato molti popoli del bacino del Mediterraneo occidentale e ne è stata conquistata, mantenendo poi nei secoli ampie tracce delle molteplici dominazioni.

 

Orecchini pendenti in oro, con filigrana e granulazione. Terza età del Ferro -

(Periodo persiano) VI/V sec. a..C - Petra Archaeological Museum

 

Similmente la Giordania svolse un ruolo notevole nel diffondere e mantenere vive le caratteristiche delle civiltà medio-orientali  anche per merito della sua situazione geografica che la vide al centro dell’area in cui tuttora occupa un posto privilegiato.

Le testimonianze pervenuteci attraverso i reperti degli scavi  archeologici condotti sul territorio giordano anche col contributo dell’Italia parlano di circa ottomila anni di storia, e sono molti gli elementi di affinità che la civiltà fiorita sull’antico territorio su cui insiste l’odierna Giordania  può affermare di condividere con gli altri Paesi del Mediterraneo.

Uno degli oggetti più antichi rinvenuti negli scavi è, per esempio, la statua di cui si riporta qui l’immagine, una di trentadue esemplari  trovati nel sito di ‘Ayn Gazal presso Amman negli anni tra il 1983/85, a cui il radiocarbonio ha  attribuito una collocazione temporale nell’VIII millennio  a.C. (Periodo Neolitico, Pre-ceramico B).

La statua, di medie dimensioni, realizzata con uno scheletro di canne ricoperto di intonaco (terracotta), mostra un uomo dalla testa piuttosto grande, con un segno alla sommità che è più evidente in alcuni altri esemplari dello stesso gruppo, probabile traccia di un copricapo o di una corona.

Gli occhi sono disegnati e colorati con una sostanza bituminosa. Sulle gambe delle linee rosso-arancio rappresentano forse una veste. Non si è ancora data una identificazione  della funzione della statua e delle sue simili, ma essa è pur sempre un’antichissima traccia dell’esigenza di riprodurre le fattezze umane, forse in assoluto una tra le prime statue che si siano trovate sulla Terra.

Comunque sia, si parte da qui per parlare poi delle altre fasi della Storia  del Paese della Giordania, di cui si sa-sempre per gli oggetti ritrovati negli scavi che ne danno testimonianza- che già nel III millennio (Età del Bronzo) una diffusa produzione di vasi e oggetti in ceramica viene esportata nei paesi vicini in cui fiorisce il commercio e si costruiscono città.

 

Guerre, distruzioni, conquiste si succedono quando i popoli confinanti vogliono impadronirsi del territorio in questione.

Gli Hyksos prima, gli Egizi poi, le alterne vicende delle lotte tra questi ultimi e gli Ittiti , la presenza di Edomiti e Moabiti , quindi i Filistei si succedettero occupando in tutto o in parte il suolo fertile della Giordania.

Non mancarono nell’elenco dei protagonisti della Storia di questi luoghi gli Israeliti, gli Assiri e i Babilonesi,quindi Alessandro Magno dopo la cui morte la Giordania  divenne parte del Regno dei Tolomei, con la conseguenza che, durante un lungo periodo ,le sue città fiorirono e raggiunsero un grande splendore.

Nel III secolo a.C. un popolo di origine araba, quello dei Nabatei, si stabilì in Giordania, e le consentì un periodo di ricchezza e prosperità grazie alle sue capacità di organizzazione commerciale. I Nabatei costruirono la città di Petra, uno straordinario gioiello architettonico scavato nella pietra, che divenne la loro capitale, e che poi fu conquistata da Pompeo inviato dai Romani che però aggregarono la Giordania come Provincia e sotto questo aspetto  essa continuò a prosperare.

Con la scissione tra Impero Romano d‘Occidente e d’Oriente, la Giordania  fu aggregata a quest’ultimo (XV sec.d.C.), passando poi dai Bizantini agli Arabi ed acquisendo caratteristiche sempre più islamiche con la diffusione del Corano ad opera di Maometto.

Entrata a far parte dell’Impero Ottomano, ne seguì le vicende sino ai primi decenni del Novecento, sino a quando cioè l’attuale dinastia degli Hascemiti non la unificò e la governò con successo.

 

 

UN TESORETTO RARO E PREZIOSO

 

Durante uno scavo, nel 1968, effettuato nel sito archeologico di Tawilan poco distante dalla città di Petra, fu ritrovato un “tesoretto”, cioè un gruppo di oggetti preziosi non solo perché d’oro, ma perché costituivano una rara testimonianza della oreficeria  antica esistente nel territorio, prodigo di pezzi in marmo e in ceramica, ma sino ad allora avaro di oggetti in oro o in altro metallo pregiato.

 

Coppia di orecchini in oro con gruppetti di granuli e lavorazione

sovrapposta di filigrana - Orecchino singolo con bottone d’oro

Sito di Tawilan. Età del Ferro. Periodo persiano (VI/V secolo a.C.)

Petra Archaelogical Museum

 

Una serie di oggetti (diciotto ornamenti), dunque, in oro e 334 grani di corniola furono trovati all’interno di un contenitore di bronzo in cattivo stato, lasciato su un monticello di cocci di terracotta.

Gli oggetti sono riferibili ad un periodo storico della Terza Età del Ferro (Periodo Persiano) nel VI/V secolo a.C. - Si tratta per lo più di orecchini pendenti, in coppia o singoli, lavorati con tecniche, come si è già detto, usate in Mesopotamia e in Palestina, che poi si diffusero in tutto il bacino del Mediterraneo. Vi è anche qualche pendente, alcuni piccoli cerchi ornati di perline d’oro, piastrine che dovevano far parte di altri oggetti d’oro non più ricostruibili.

 

Orecchini d’oro con pendenti di granulazione. VI/V sec. a.C.

Petra Archaeological Museum

 

Tuttavia gli oggetti sembrano importati e non creati in loco, perché  dati gli scarsi ritrovamenti dello stesso tipo, non pare vi fosse una produzione autonoma di manufatti preziosi.

 

Elementi di un bracciale o di una collana in oro ornati da granulazione.

Anello(?) in oro con granulazione - VI/V sec. a.C. - Petra Arch.Museum

 

 

IL CONTRIBUTO ITALIANO AGLI SCAVI 

 

Le  relazioni amichevoli tra Italia e Giordania hanno radici lontane nel tempo, ma le attività di ricerca e gli scavi archeologici sul territorio giordano ebbero inizio nel 1927 sotto il Re Abdullah I che seguì con particolare attenzione i lavori di scavo visitandoli personalmente.

Similmente il medesimo Sovrano offrì il suo aiuto ai Padri Francescani che lavoravano sul monte Nebo ai quali concesse di costruire una chiesa e continuare le ricerche nel sito in cui si trovavano.

    

Paio di orecchini d’oro – VI/V sec.a.C. -

Petra Arch.Museum 

Pendenti a doppia spirale con granulazione.

VI/V sec. a.C. - Petra Arch.Museum

 

 

Più recentemente l’Italia ha anche contribuito a creare scuole di restauro per le antichità in Giordania, così da favorire la realizzazione di attività autonome nel Paese giordano al fine di conservare il patrimonio artistico locale.

 

 

OGGETTI  IN ORO E PIETRE  SEMIPREZIOSE

 

Proseguendo cronologicamente nella visita alla Mostra sulla Giordania bisogna fare un salto di otto secoli per considerare alcuni altri monili o reperti che appartengono a Musei giordani ma dei quali spesso non si conosce il sito di reperimento.

Si tratta di oggetti del II/III sec. d.C., tra cui un pendente in oro.

 

Pendente in oro con cammeo in pietra semi-preziosa

(agata?) azzurrina - Periodo Romano (II/III sec.d.C.)

Amman-Jordan Archaeological Museum

 

E’ una cornice aurea che ospita un cammeo in pietra dura dai riflessi azzurrognoli, rappresentante una testa che per il disegno si rifà a modelli adoperati anche in orecchini d’oro ritrovati in Siria e riferibili pur sempre al Periodo romano (II/ III sec.d.C.).

Peraltro, non ci sono testimonianze di una lavorazione dei cammei in Giordania, per cui l’oggetto fu probabilmente importato,come altri.

 

Molto leggiadra e di rara fattura per la particolare forma del soggetto colto in movimento è poi una statuetta femminile, una  presunta immagine di Venere dea della bellezza, con lunghi capelli sciolti che pare voglia sollevare con le mani e le braccia alzate. L’atteggiamento della piccola statua è straordinariamente moderno e naturale, così come l’armoniosità delle forme. Ignoto il sito di ritrovamento: l’oggetto si trova presso il Jordan Archaeological Museum di Amman, ed è riferibile anch’esso al II/III sec. d.C.-

 

Statuetta in oro (Venere?) - Periodo romano - II/III sec. d.C.

Amman–Jordan Archaeological Museum

 

Un altro paio di orecchini d’oro, questa volta ornati di piccoli grani di corniola, appartengono allo stesso periodo storico (II/III sec. d.C.).

 

Orecchini in oro con corniola-Periodo romano II/III sec.d.C.

Amman-Jordan Archaeological Museum-

 

La corniola è pietra molto conosciuta nell’antichità, e particolarmente diffusa sin dall’Età del Bronzo sia in Medio Oriente (la migliore era ritenuta quella dello Yemen) che nel cuore dell’Europa, come in Germania.

Molto danneggiato appare poi un orecchino singolo, ornato da un lungo tratto di catenella appesa ad una piastrina rotonda molto elaborata che regge una barretta a forma di due pesciolini uniti per la coda, da cui a loro volta pendono cinque nappine, che dovevano sostenere piccoli grani di pietra dura o perline, oggi mancanti.

 

Orecchino singolo in oro con elementi mancanti.

Periodo romano - II/III sec.d.C. - Amman-Jordan Arch.Museum.

 

Pare che i cinque piccoli pendenti fossero un elemento tradizionale negli orecchini giordani (rappresenterebbero le dita della mano con motivazione apotropaica) che si ritrova tuttora negli oggetti d’oro di uso comune.

Un oggetto unico ed originale che fa parte invece di questo tesoretto è una piccola coppa d’oro, di provenienza sconosciuta, decorata con scene di caccia, in cui un’immagine femminile caccia con l’arco  e le frecce. Probabilmente si vuol rappresentare la dea Artemide, la Diana dei Romani, molto venerata

 

Coppa in oro (Artemide a caccia) - II/III sec.d.C.

Amman-Jordan Archaeolog.Museum

 

nella Giordania pagana come divinità legata alle foreste, agli alberi, alla fertilità della terra e del genere umano, alla caccia,  e del suo culto si è trovata traccia specialmente  nelle città ellenizzate appartenenti alla Lega della Decapoli.

 

 

IL PERIODO BIZANTINO

 

L’ultimo gruppo di oggetti preziosi della Mostra riguarda il Periodo Bizantino.

Si tratta di due paia di orecchini, di una collana e  di un braccialetto in oro. Il primo paio di orecchini  in oro giallo ospita nella parte inferiore perle scaramazze (cinque per ogni orecchino) alternate a quattro elementi in oro abbelliti col sistema della granulazione.

 

Orecchini con filigrana, elementi in oro con granulazione e perle scaramazze

Periodo bizantino - IV/V sec.d.C - Amman-Jordan Archaeological Museum.

 

E’ in perfetto stato di conservazione e faceva parte di un tesoretto riposto in una borsa ormai distrutta in cui c’erano anche delle monete, sei in oro, così dette “solidi” (da cui poi l’espressione “soldi”) del tempo dell’Imperatore romano Arcadio (383/408 d.C.)  nonché diciotto  “dracme” in argento, del  Re sassanide Yazdagerd  I° (399/420 d.C.).

La borsa che conteneva gli oggetti fu ritrovata casualmente a Wadi ‘Arabah, pochi chilometri a ovest di Al-Humayma, nella Giordania sud-occidentale.

Si ipotizza che essa potesse appartenere a qualche commerciante dell’epoca e che fosse andata perduta. La presenza delle monete non solo favorisce la collocazione temporale degli oggetti, ma dimostra anche che vi erano contatti tra bizantini e sassanidi  tra il IV e il V secolo d.C. nel sud della Giordania, percorsa già allora dalle vie carovaniere che collegavano territori appartenenti ai Romani con quelli soggetti all’Impero Persiano.

 

L’altro paio di orecchini è meno aggraziato del precedente, ma è il più fantasioso dei due.

Ospita infatti ben tre elementi-colore sulla base d’oro, costituita da due anelli del prezioso metallo collegati da un lungo filo, sempre d’oro, che sorregge tutta l’impalcatura dell’oggetto.

 

Orecchini pendenti in oro con filigrana, perle scaramazze,

turchesi sfaccettate e granati ovali- Periodo bizantino(V/VI sec.d.C.)

Amman-Jordan Arch. Museum

 

L’anello superiore è liscio e semplice, quello inferiore e il filo di congiunzione ospitano invece quattro perle scaramazze, quattro turchesi sfaccettate e, alla base del cerchio inferiore, un piccolo granato ovoidale. 

La creazione mostra la notevole fantasia dell’ignoto autore degli orecchini, che uniscono in sé diversi elementi, tutti reperibili nel territorio giordano: i granati si trovano nella località di Wadi Arabah, tra il Mar Morto e il Mar Rosso, e nella stessa zona si trovano le turchesi, sempre legate alle miniere del rame che  anch’esse contengono.

Le pietre turchesi si rinvengono pure nella penisola del Sinai, come ben sapevano gli Egiziani.

Per finire, le perle si pescavano nel Barhein  e sicuramente in tutto il Golfo Persico, nonché nel Mar Rosso.

Questi orecchini, dunque, diversamente da altri reperti di epoche precedenti, appartengono alla manifattura giordana, capace di

creare oggetti molto elaborati durante il Periodo Bizantino (V/VI sec.d.C.). Furono rinvenuti nel sito archeologico di Jarash, ed ora si trovano nel Jordan Archaeological Museum di Amman.

 

 

UNA COLLANA BELLISSIMA

 

Se è vero -com’è vero...- che gli oggetti preziosi possono far provare delle notevoli emozioni nel contemplarli, non v’è dubbio che questa piccola collana d’oro e perle suscita un’impareggiabile suggestione, che si trasmette a chi la guarda mediante un insieme di effetti determinati dall’alternanza dell’oro giallo in piccole sfere (alcune delle quali generano piccolissime sferette), con  le   perle

-grigie!- da cui sono separate grazie ad elementi divisori, che vediamo per la prima volta in oggetti di questo periodo storico.

 

Le sfere d’oro sono poste ognuna dopo quattro perle scaramazze e sono in totale dodici, quarantasei sono le perle. 

La parte anteriore  ospita  al centro due sfere d’oro accoppiate, a sinistra e a destra delle quali si trovano cinque perle scaramazze.

La lunghezza della collana è di appena 35 centimetri, e questo fa ritenere che fosse di una giovinetta o di una giovane donna molto esile. Il grigio delle perle conferisce un’aura misteriosa all’oggetto, che appare elegante e incorporeo, nei suoi 1500 anni di vita.... 

La collana, ritrovata anch’essa nel sito di Jarash, è riferibile al Periodo Bizantino (V/VI sec. d.C.). 

 

Collana in oro e perle grigie-Periodo bizantino-V/VI sec.d.C..-

Amman,Jord.Arch.Museum

 

Conclude questo breve elenco un braccialetto, ritrovato nel sito di Tall as-Sa’idyya, valle del Giordano centrale, e riferibile al VI secolo

 

Bracciale in oro,rondelle con granulazione. Periodo bizantino-

VI sec.d.C.-Amman,Jordan Archaeological Museum-

 

dopo Cristo, nel Periodo bizantino.

E’un oggetto di 11,5 centimetri di lunghezza, forse di  destinazione infantile, o, forse, parte di una collana  di cui mancano alcune parti.

E’ costituito da 33 rondelle, ognuna di tre o due file di micro-palline ottenute con la granulazione dell’oro, perfettamente rotonde e accorpate le une alle altre senza sbavature, il che dimostra una grande perizia dell’autore,che doveva essere con molta probabilità giordano, dato che nella zona la tecnica lavorativa adottata era già conosciuta da diversi secoli.

La tipologia del bracciale non è in fondo molto diversa dai reperti di diversi secoli prima, ma diverso è l’approccio dell’anonimo autore nei confronti dell’oggetto realizzato con una tecnica più avanzata ed una mano molto più sicura.

 

Fin qui la Mostra sulla Giordania: un esempio culturale prima ancora che una traccia di vita, di eleganza e di amore per gli oggetti preziosi che documentano non solo l’esistenza di risorse economiche capaci di consentire la realizzazione di creazioni di pregio, ma anche l’amore per il bello, il desiderio di estrinsecare attraverso l’oro e le gemme un livello-standard di vita superiore a quello della sopravvivenza comune a molti popoli dell’Asia Minore.

 

 

 

A cura di

CLELIA DI STEFANO

(Kate Catà)

 

 

 

Bibliografia

 

MAXWELL-HYSLOP,K.R.-Western Asiatic  Jewellery-London,1971

OGDEN,J.-Jewellery of Ancient World-London, 1982

PHILLIPS, Cl.- Gioielli-Breve Storia dall’antichità ad oggi- Ginevra,2003

READE,J.E.-Western Asia (in Seven Thousand Years of Jewellery,edited by Hugh Tait, ppgg. 36 sgg.)London,1995

 

Per la compilazione di questo articolo è stato tenuto inoltre presente il Testo/Catalogo pubblicato a cura dell’Organizzazione CIVITA in occasione della Mostra sulla Giordania,crocevia di popoli e culture, a cura di Louis Godart- Roma,2009.

 

 

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