una rosa d'oro

 

Qualche buon libro,  qualche buon film


IL FANTASMA DELL' OPERA

 

di Kate Catà

 

 

La genesi del film


L’itinerario percorso dal regista di questo film prima di iniziarne la lavorazione è stato piuttosto laborioso,secondo quel che egli stesso racconta .
Intervistato più volte prima e dopo la presentazione della sua ultima opera,Joel Schumacher,omonimo ma non parente del noto campione automobilistico,autore di altri films famosi come “Batman”, ha sempre ammesso che già nel 1988 egli si era recato a visitare il Teatro dell’Opera di Parigi su richiesta di Andrew Lloyd Webber, autore della commedia musicale che aveva lo stesso titolo proposto per il film,tratta da un famoso romanzo scritto nel 1910 da Gaston Leroux, autore francese del XX secolo.

Da questo romanzo,ambientato in una Parigi del 1870,erano stati tratti già almeno sette film, realizzati dal 1925 al 1998,e questo quindi era una sorta di “remake”: bisognava che fosse ben diverso dagli altri che lo avevano preceduto.
Le suggestioni risvegliate in lui durante la visita dell’antico e illustre teatro avevano convinto il regista a portare sullo schermo un adattamento della commedia musicale di Webber,ma all’ultimo momento,l’autore stesso non aveva voluto dare il via al progetto di cui avevano già discusso insieme.

Si trattava però solo di un rinvio.

A.L.Webber, autore di commedie musicali famose, come Cats, Jesus Christ Superstar, Evita,aveva altri progetti da portare a termine, e alcune idee da far maturare,mentre, tra l’altro, divorziava dalla moglie,che avrebbe dovuto essere la protagonista del film.
Intanto i due si erano frequentati e conosciuti meglio, col risultato che,quando il musicista tornò alla carica,il regista era terrorizzato dall’idea di deluderlo,se il film che egli avrebbe potuto realizzare non fosse stato all’altezza della commedia musicale, la quale aveva avuto un grande successo :10 milioni di spettatori e 40 milioni di dischi venduti dal 1986, anno della prima rappresentazione,al 2002, anno in cui cominciarono le riprese del film.

 

Tra l’altro, Schumaker sin da ragazzo non amava le commedie musicali: ma per sua natura egli sentiva-e sente ancora- la necessità di cambiare continuamente genere e passare da uno stile cinematografico ad un altro.
Quel che mancava al suo elenco era proprio un film musicale.
Tuttavia, egli per suo carattere predilige gli argomenti tragici, i films del genere “noir”, e questo musical lo attirava per la drammatica conclusione e le caratteristiche tragiche del protagonista.
Pretese di fare il suo lavoro a delle condizioni:che i tre personaggi principali fossero giovani e sexy,non necessariamente famosi,ma veramente capaci.
Dal canto suo,il compositore desiderava che fossero dei bravi cantanti, con la disponibilità a spostarsi dalla lirica al rock.




Gli artisti e i personaggi

La prima scoperta di Schumaker fu veramente straordinaria:una voce sublime in un corpo straordinariamente bello, un volto dolcissimo,un modo di muoversi e di tenere la scena aggraziato e disinvolto al tempo stesso.
Sembrava incredibile che tutto ciò albergasse in una sola persona, e per di più in una giovane donna di soli 16 anni! 
Questo fenomeno era Emmy Rossum,che incarna a meraviglia il personaggio di Cristina, la bella cantante di cui è follemente innamorato il Fantasma,ossia l’uomo sfregiato e mascherato che vive nei sotterranei del teatro e terrorizza e tiranneggia tutti coloro che si muovono e lavorano tra le sue mura.
Per il personaggio del protagonista principale su cui era imperniato il film fu scelto l’attore Gerard Butler,anch’egli quasi sconosciuto.

Il terzo personaggio-chiave del dramma musicale è il Visconte de Chagny,un uomo ricco e giovane che diventa impresario del Teatro e vuole riscattare Cristina dalla schiavitù psicologica che la lega al Fantasma,cui il padre l’ha affidata ,morendo, perché egli, da musicista,le insegnasse la musica e il canto.
Il Visconte, per riuscire nel suo intento, deve fare innamorare di sé Cristina, che egli a sua volta già ama.
Il personaggio è interpretato da Patrick Wilson,cantante-attore e abile spadaccino.
Mentre il Fantasma tenta di imporre con tutti i mezzi la propria protetta per farne la prima-donna del Teatro,Chagny,sia pure tra 

i pericoli generati dalla follia dell’uomo mascherato che si vede abbandonato dalla donna amata,riesce a trarla in salvo e a portarla via con sé,mentre il teatro è sconvolto da un terribile incendio.
Gli attori che interpretano i due uomini che hanno un posto così importante nella vita di Cristina,Gerard Butler(il Fantasma) e Patrick Wilson (Chagny) non sono molto famosi, ma lo diventeranno dopo questo film.
Sono giovani e attraenti,abili e disinvolti: come li voleva il regista.Anche i personaggi minori sono stati scelti con cura: la prima-donna cui Cristine soffia il posto con l’aiuto del Fantasma, eccentrica ma con una splendida voce,la direttrice del teatro che ha allevato Cristina come una figlia e ne segue trepidando le sorti.



Le scene di massa si svolgono con ampiezza e abbondanza di mezzi, un numero incredibile di personaggi si muove sulla scena del teatro, abilmente moltiplicato da splendidi effetti speciali,come nella sequenza del Ballo in maschera o nella terribile scena in cui l’enorme lampadario del teatro crolla
per opera del Fantasma,facendo strage degli spettatori.
Altrettanto spettacolare per la bellezza dei costumi e della scenografia è la scena del ballo in cui Cristine danza prima con il Visconte e poi con il Fantasma, prossimi ad un duello suscitato dalla gelosia.

 

Il film ,che si svolge in luoghi oscuri e solitari come i sotterranei del Teatro dell’Opera,o tristi come il cimitero dove Cristina va spesso presso la tomba del padre,risponde in parte ai gusti di Schumaker: 
Egli voleva qualcosa di tenebroso ed è riuscito ad ottenerlo.
Ma per fortuna ci sono anche le scene sulla ribalta teatrale che sono piene di luci e di colori: sono senza dubbio le scene più gradevoli del film, che,per il resto, dà un senso di cupezza e di oscurità a volte opprimente.
La bellissima musica è veramente l’elemento spettacolare più entusiasmante del film,e una lode particolare va ai doppiatori italiani che hanno prestato le loro splendide voci per cantare nella nostra lingua le belle arie del film.
Infatti –c’è sempre un retroscena che gli spettatori spesso ignorano- quando il film è arrivato in Italia per essere doppiato, l’accordo tra il produttore e i doppiatori stabiliva che le musiche sarebbero rimaste quelle originali, cantate in inglese, talchè noi avremmo visto un ibrido,con le scene parlate in italiano e quelle cantate in inglese.
Per fortuna,lo stesso musicista Webber si è opposto a questo…scempio del film,ed è riuscito a convincere i responsabili del doppiaggio che dovevano almeno tentare di cantare con parole italiane.

 

Il tentativo è riuscito meravigliosamente:la voce di Cristina è stata doppiata da Renata Fusco,una giovane cantante che lavora al doppiaggio ma che potrebbe essere una rivelazione se calcasse le scene di un teatro.

Quando l’incendio del Teatro dell’Opera richiama la presenza della polizia,il Fantasma,innamorato deluso, sente pesare su di sé la solitudine e l’abbandono: essersi svelato a Cristina,averle mostrato l’orrore del suo volto sfigurato è stata una provocazione a cui la ragazza non ha retto.

Quello che per lei era stato a lungo l’angelo della musica si rivela un uomo diabolico che tenta di ottenere con la violenza ciò che non può ottenere con la dolcezza.
Il mondo del Fantasma crolla, per sua stessa colpa.
Cristina viene salvata dal Visconte de Chagny, e ne diverrà la sposa teneramente amata sin che la morte non la coglierà,prima dello sposo, che andrà a porre sulla sua tomba un ricordo della di lei giovinezza, accanto ad una rosa, posta dalla mano del Fantasma, che ancora, nonostante tutto, non l’ha dimenticata.



Conclusioni

La trama,che nel romanzo è di poco differente-in qualche particolare descrittivo –indugia con compiacimento su tutto ciò che può rendere più drammatico e torbido il contesto della narrazione.
Dai sotterranei del teatro, percorsi da canali d’acqua che vengono affrontati su fragili barchette dai protagonisti,alla enorme caverna che accoglie un letto coperto da raso nero, dall’illuminazione fioca delle candele alla grigia tristezza del cimitero più volte citato e visitato dalla protagonista,dal crollo dell’enorme lampadario al duello infernale del Fantasma col Visconte,tutto tiene lo spettatore sul filo, nell’attesa della tragedia finale-la caduta del lampadario e l’incendio del teatro-che segnerà la catarsi dei protagonisti.
Il plot riscuote un buon successo: il pubblico sente ancora bisogno di vedere e sentire narrare favole,non importa quale finale esse abbiano, purchè ambientate in altri tempi e in altri spazi.
Solo così,oggi che anche il cinema è un reality-show,si può ancora sognare.

 

 

  Kate Catà
 

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