una rosa d'oro
Commenti e critiche
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In modo impercettibile ma costante è
iniziata la marcia del ritorno: il Latino, congedato da tempo dalla Chiesa e
dalla scuola, sempre meno amato dagli studenti che lo considerano sorpassato
e difficile, uscito per così dire dalla porta, rientra dalla finestra aperta
provvidenzialmente da Papa Ratzinger.
E’ recente infatti la disposizione emanata
dal Pontefice circa la possibilità di celebrare la Messa in Latino, opzione
che si affida alla discrezionalità dei vescovi, ma che nella pratica il
Papa sollecita e mette in pratica recitando già nelle occasioni riprese dai
media le preghiere più comuni nell’idioma che è stato per più di venti
secoli la lingua della Chiesa.
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Codice miniato del XV sec. - Noctes
Acticae di Aulo Gellio
Biblioteca Ambrosiana
Dalla località in cui ha trascorso qualche
giorno di riposo a contatto con la natura e al cospetto di un panorama che aiuta notevolmente ad elevare lo sguardo al Cielo pur lodando le bellezze del creato, Benedetto XVI ha celebrato brevi liturgie cogliendo, per così
dire, l’occasione per far fare ai fedeli un breve ripasso delle preghiere
quotidiane recitandole in Latino: così, il Pater noster, l’Ave Maria, il
Gloria Patri, il Requiem aeternam e, sopra tutte le altre, l’Angelus, ci son
tornate sulle labbra spontaneamente, come se
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Codice miniato del XV sec. - Le Tragedie di
Seneca
avessimo smesso ieri di recitarle, come
amici che, anche se rivisti dopo tempo, ti sembra di aver lasciato appena
da qualche giorno.
E’ pur vero che per molta gente che non
aveva mai studiato la lingua dei nostri padri la Messa, recitata in Latino,
poteva apparire come un susseguirsi di formule magiche recitate senza
capirle, ma era anche vero che tutti coloro che frequentavano con regolarità
la Chiesa imparavano a memoria la maggior parte delle preghiere più
frequenti e le ripetevano con tanta fede che sicuramente trovavano eco
sincera nel cuore e nella mente.
Insomma, il così detto “latinorum” intanto
entrava nelle orecchie di grandi e piccoli, faceva parte della nostra vita,
e quando si andava a scuola non era poi così sconosciuto come lo è oggi che
viene considerato non solo una lingua straniera, ma per di più una lingua
straniera che non si parla in nessun paese del mondo.
Il che, però, non è proprio così vero: in
Europa e in tutto il resto del mondo, il Latino resta pur sempre come
l’unica alternativa all’Inglese. Infatti il mondo della cultura classica
usa ancora il Latino per comunicare a livello internazionale, e anche tra la
gente comune non sono pochi coloro che usano il Latino come “lingua viva”,
parlandolo e scrivendolo, iscrivendosi ai tanti “Circoli” virtuali, anche
sul Web, che hanno come primaria finalità il parlare e scrivere in Latino.
Codice miniato xv sec.
Opere di Sallustio Crispo
Biblioteca Ambrosiana
Certamente alla Chiesa il Latino serve
molto: dalla sua creazione ad oggi, è stato questo il veicolo di cui il
mondo ecclesiastico si è servito. In questa lingua sono scritti i testi
sacri del Cristianesimo, in questa tutti i documenti che lo riguardano,
così si sono espressi i Pontefici, i Vescovi e i Sacerdoti, con quest’idioma
sono stati amministrati tutti i sacramenti che accompagnano la vita di un
buon cristiano.
Ancora oggi tutti coloro che vogliono
diventare sacerdoti di Santa Romana Chiesa devono studiare il Latino, che è
poi non solo la lingua attraverso cui si verifica per loro l’apprendimento,
ma anche quella che consente di comunicare con i confratelli, da qualunque
parte del mondo vengano.
E’ così che si verifica la possibilità di
avere un linguaggio universale, che poi è sostanzialmente quello della
Chiesa, anche se nessuno vieta che venga adottato come strumento di
comunicazione internazionale per altri scopi che non siano quelli religiosi.
D’altro canto non bisogna dimenticare che
il Latino svolse nell’antichità -e sino al XVIII secolo- la funzione che
oggi svolge l’Inglese.
Per farsi comprendere, infatti, a livello
giuridico, politico, commerciale, ovunque si parlava e si scriveva in
Latino, specialmente in Occidente.
Perché allora, dopo tanti anni in cui al
Latino, con un equivoco di matrice politica (era considerato uno strumento
adoperato dalla borghesia colta e ricca per realizzare una sorta di
oppressione culturale nei confronti del popolo povero e ignorante) era stato
negato l’uso quotidiano nelle liturgie ecclesiali, viene concesso oggi di
tornare ad essere usato universalmente dove e quando si voglia?
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Codice miniato del XV sec.
Commento della Bibbia di Niccolò di Lira
La risposta che si ritiene più vicina alla
realtà è la stessa che è sempre stata adottata dalla Chiesa: il Latino è,
per sua destinazione naturale, lo strumento verbale caratteristico del
Cattolicesimo, e non ha mai cessato di esserlo, anche se per più di mezzo
secolo è stato estromesso dalle
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Libro d’Ore - XV sec. - Laudi della S.Vergine Maria
Biblioteca ambrosiana
celebrazioni liturgiche a favore dei
singoli idiomi dei popoli per rendere più comprensibile la parola di Cristo
anche a coloro che non conoscevano il Latino.
Oggi non si nega la possibilità di
celebrare la Messa o di pregare comunitariamente in qualunque lingua si
voglia, come del resto non si proibiva prima, a chi lo volesse, di celebrare
una Messa in Latino.
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Libro
d’ore miniato - XV secolo - Biblioteca Ambrosiana
Ma diventa possibile che ci siano
istituzionalmente Messe celebrate in Latino così che chi lo voglia possa
partecipare ad una celebrazione nel linguaggio che è sempre stato quello
della Chiesa cattolica, e che anche le persone di altri paesi possano
assistere alla Messa comprendendo -se conoscono il Latino- le parole della
liturgia.
Si rinnova quindi la funzione del Latino:
invece di usare l’esperanto o altri linguaggi artificiali, creati nel
tentativo di adottare uno strumento di comunicazione globale, si torna a
familiarizzare con uno strumento linguistico che altri paesi vanno
reintroducendo nelle scuole come mezzo di acquisizione di un importante
bagaglio culturale e che solo l’Italia ha relegato all’interno di un paio di
indirizzi scolastici in un breve arco d’anni di studio.
Ci si augura che partendo dall’esempio
della Chiesa l’uso del Latino si possa espandere in tutto l’orbe: ovviamente
in contrasto con coloro che identificano il Latino con un mondo retrivo e
immobilistico, con uno strumento di oppressione psicologica, con un mezzo
che consente di esercitare la supremazia di una classe sociale sull’altra, e
non piuttosto come il veicolo della conoscenza del passato, non solo storico
e religioso, ma anche scientifico, ricordando che proprio il mondo delle
scienze ha continuato ininterrottamente a servirsi del Latino senza paure o
impressioni di sorta, ma, anzi, come
un
ausilio
concreto e sicuro che non consente equivoci e confusioni.
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Libro
d’Ore Borromeo - XV secolo - Biblioteca Ambosiana
Kate Catà-
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